(di Tiziano Rapanà) Salvatore Marino colpisce ancora. L’eclettico attore, interprete di film e fiction di successo, ha avuto un’idea vincente che potrebbe cambiare il mondo del cinema. L’iniziativa non porta le stimmate della rivoluzione, non guarda alla sommossa violenta: si limita ad incentivare l’evoluzione del linguaggio audiovisivo. Marino è lungimirante: sa guardare al futuro e capire dove sta andando il cinema. Per questo si è inventato Il Vertical Movie Festival, quest’anno giunto alla terza edizione. Si celebrano e si premiano i cortometraggi girati in verticale con il telefonino o strumenti, figli delle nuove tecnologie. Nomi eminenti del mondo della cultura, giudicheranno le opere: cito volentieri il critico cinematografico Steve Della Casa, i compositori Fabrizio Fornaci e Fabio Frizzi e la sceneggiatrice Silvia Scola. L’iniziativa, che andrà in onda sabato alle 21 in streaming, mi indica la splendida maturità di un artista di grande valore.
Perché hai ideato un festival sul cinema verticale?
Non è un vezzo stilistico, ma una constatazione.
Ossia?
Per anni mi sono occupato per la Rai di contenuti web. Qui ho fatto una scoperta importante: il 70% dei video presenti in internet, sono stati girati in verticale.
Immagino che la scoperta sia stata il primordio di tutto…
Sì, in quel momento ho deciso di fare un festival sul tema.
Qual è il tuo approdo?
Vogliamo preparare gli artisti e i professionisti dello spettacolo a questa nuova forma di comunicazione, molto gettonata dal mercato.
Come è strutturato l’evento?
Ha un format preciso. Noi proiettiamo le opere in uno schermo alto 10 metri e largo 5, che rende la visione suggestiva. Il festival presenta lavori di qualità, da ogni parte del mondo.
Parlami dei film in concorso.
Noi riceviamo lavori sia dagli addetti ai lavori che dai giovanissimi. Questi ultimi scoprono che, con il cellulare, si possono fare dei corti con la grammatica filmica.
Il festival ha avuto una grossa risonanza all’estero.
Sì, dopo la prima edizione, gli americani ci hanno chiamato. E ci hanno proposto di entrare nella grande piattaforma FilmFreeway, che distribuisce i lavori provenienti dai festival cinematografici più importanti al mondo.
Quanti adesioni avete avuto nel corso del tempo?
Il primo anno abbiamo avuto 1200 iscritti. Dopo il successo in america, siamo arrivati a 12000 iscritti e più di 3000 opere consegnate.
Quest’anno com’è andata?
Nonostante la pandemia, abbiamo avuto 2900 iscritti e ricevuto 1300 opere.
La narrazione verticale si presta alla formula del lungometraggio?
Sì.