In flessione il numero delle imprese femminili in Emilia Romagna, che risulta 4^ in graduatoria dopo Trentino Alto-Adige, Lombardia, Veneto.
Al 30 giugno scorso le imprese attive erano 84.336, in leggera flessione rispetto alla stessa data del 2019 (-525 unità, pari a un -0,6 per cento). Il calo è stato più accentuato tra le imprese non femminili (-0,8 per cento): è quanto rileva Unioncamere E.Romagna. L’incidenza dell’imprese femminili sul totale delle imprese regionali è pari al 21 per cento, inferiore alla media nazionale del 23 per cento. La flessione delle imprese femminili deriva dalla composizione di tendenze ampiamente divergenti, spiega Unioncamere. Da un lato, quella positiva dell’insieme dei servizi escluso il commercio (+319 unità, +0,8 per cento) e delle costruzioni, dall’altro, quella negativa derivante soprattutto dalla riduzione della base imprenditoriale nel commercio (-511 unità, -2,3 per cento), nell’agricoltura (-246 unità, -2,0 per cento) e in misura sensibilmente minore nell’industria (-1,4 per cento, -105 unità).
Il 13,5 per cento delle imprese femminili è ascrivibile a imprenditrici straniere. Complessivamente sono 11.387 le imprese femminili straniere, mentre le imprenditrici di nazionalità estera che operano in Emilia-Romagna sono 17.588. Cina (3.409), Romania (1.937), Albania (951), Marocco (826) e Moldavia (730) le nazioni più rappresentate.
L’età media delle imprenditrici straniere che operano in Emilia-Romagna è di 47 anni, quella delle imprenditrici italiane è di 55 anni. In aumento le società di capitale (+400 unità, pari a un +2,6 per cento).