Scoppia la polemica per la segnalazione di cinque deputati della Camera che hanno ottenuto il bonus

Cinque deputati di Montecitorio hanno chiesto e incassato dall’Inps il bonus da 600 euro mensili, arrivato in alcuni casi a 1.000, diretto agli autonomi e le partite Iva. Nonostante percepiscano come parlamentari della Repubblica 12.439 euro di stipendio oltre ai privilegi e i benefit previsti dal ruolo, come ad esempio agevolazioni bancarie o la possibilità di viaggiare gratis, a spese del contribuente.
Dalle prime notizie emerse, i cinque deputati che avrebbero richiesto l’indennizzo da 600 euro sarebbero tre parlamentari della Lega, uno appartenente al Movimento 5 Stelle e uno di Italia Viva. Nella vicenda sarebbero interessate anche duemila persone tra assessori regionali, consiglieri regionali e comunali, governatori e sindaci.
La segnalazione è arrivata dalla Direzione centrale Antifrode, Anticorruzione e Trasparenza dell’Inps. Una struttura creata dal presidente dell’Ente, Pasquale Tridico, con l’obiettivo di individuare, e in prospettiva scoraggiare, truffe e imbrogli.
A norma di legge i cinque deputati potevano fare richiesta alla luce del lavoro dichiarato, al di là dell’incarico parlamentare. Secondo quanto stabilito dal Decreti Cura Italia e Decreto Rilancio, avendone i requisiti bastava inviare una domanda on-line indicando il numero di partita Iva per ricevere automaticamente il bonus. Tra partita Iva, liberi professionisti e co.co.co, oltre ad alcune categorie di autonomi ad averne diritto, a milioni lo hanno ricevuto durante il blocco delle attività di marzo, aprile e maggio, durante le fasi più gravi dell’emergenza sanitaria. E così hanno fatto anche i cinque parlamentari.
Con la differenza che, oltre a votare loro stessi in aula il provvedimento del quale hanno usufruito, non ne avessero affatto bisogno, come recita il loro 730. In contrasto anche con l’articolo 54 della Costituzione, che prevede per la loro posizione di rappresentare lo Stato “con disciplina e onore”.
Le reazioni della politica non tardano ad arrivare. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio esponente di punta del M5s scrive così su Facebook in merito alla faccenda: “È vergognoso. È davvero indecente. Questa pandemia ha fatto danni economici senza precedenti. Ci sono state persone che hanno perso il lavoro, aziende che hanno visto il proprio fatturato scendere in maniera drastica, attività che hanno chiuso senza più riaprire. E questi 5 personaggi invece di rispondere al popolo che li ha eletti hanno ben pensato di approfittarne.”
“I nomi di queste 5 persone sono coperti dalla legge sulla privacy – continua l’ex capo politico del movimento – bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore. Non importa di quale forza politica siano espressione. Mi auguro che anche le altre forze politiche la vedano come noi.”
Sulla stessa linea le voci dall’opposizione: “Se confermato, questo sarebbe semplicemente uno scandalo – afferma Licia Ronzulli, vicepresidente di Forza Italia al Senato – è inaccettabile che mentre le famiglie non sapevano come fare la spesa e molte attività chiudevano, qualcuno, con lo stipendio garantito, senza avere accusato perdite, abbia pensato di approfittarsi dell’emergenza Covid togliendo soldi a chi ne aveva realmente diritto e, soprattutto, bisogno. Ci aspettiamo un sussulto di dignità: i deputati di cui parla l’Inps chiedano scusa e, se li hanno presi, restituiscano immediatamente i soldi. Diversamente non si lamentino se i cittadini hanno sempre meno fiducia nella politica e si ingrossano le file dell’astensione e dei voti di protesta”.
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