Un impianto orientato verso un sistema universalistico, che protegga tutti i lavoratori tenendo conto delle specificità di settore e della dimensione delle aziende, e che sia incentrato sulle politiche attive.
Avanti sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Il nuovo sistema al centro dei tavoli di confronto tra governo imprese e sindacati, infatti, ha registrato “alcune prime convergenze”: un impianto orientato verso un sistema universalistico, che protegga tutti i lavoratori tenendo conto delle specificità di settore e della dimensione delle aziende, e che sia incentrato sulle politiche attive.
E’ il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, a chiudere così, con questa considerazione, il primo giro di tavolo con le parti sociali sul nuovo provvedimento che riformerà quanto previsto dal Jobs Act. Dopo il confronto con Cgil, Cisl e Uil di giovedì scorso, infatti, oggi è stata la volta delle imprese, Confindustria in testa, e dei sindacati più piccoli, Cisal, Confsal, Usb e Ugl.
Un passo, questo, che soddisfa non poco Catalfo: “E’ esattamente quanto propongo fin dall’inizio del mio mandato come Ministro”, aggiunge spiegando come l’obiettivo del governo sia quello di “accompagnare il lavoratore beneficiario delle misure di sostegno al reddito, non solo della cassa integrazione, ma anche della Naspi e delle altre indennità, in un percorso ‘attivo’, volto all’accrescimento delle proprie competenze”. E’ per questo che a fare da sponda alla riforma è stato previsto nel Dl Rilancio, spiega ancora Catalfo, il Fondo nuove competenze grazie al quale “le imprese potranno rimodulare l’orario di lavoro dei propri dipendenti destinando parte di esso alla loro formazione, finanziata dallo Stato”.
Ma proprio sul Dl Rilancio Confindustria, a quanto apprende l’Adnkronos, avrebbe avanzato critiche ed espresso non poche perplessità. A cominciare dai contratti a termine che, come dettagliato dalle Faq pubblicate oggi sul sito del ministero, sono stati prorogati per una durata pari “al periodo di sospensione dell’attività lavorativa, prestata in forza dei medesimi contratti, in conseguenza dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Un “periodo di sospensione” in cui il governo include “sia i periodi di fruizione di un ammortizzatore sociale Covid-19, sia l’inattività del lavoratore in considerazione della sua sospensione dall’attività lavorativa in ragione delle misure di emergenza epidemiologica da Covid-19”, ferie comprese.
Ed è questa eventualità a lasciare fortemente perplessa Viale dell’Astronomia che ha sollecitato la conferma della contestualità della proroga della Cig per Covid con quella della proroga del blocco dei licenziamenti e chiesto garanzie certe a che i fondi interprofessionali con cui le imprese garantiscono la formazione dei dipendenti non vengano dirottati ad integrazione dei salari.
Ma il governo crede nella formazione con cui, conclude Catalfo, si potrà favorire “il rafforzamento della competitività delle aziende e, in caso di ricollocazione, assicurando maggiore occupabilità al lavoratore” dice auspicando di poter “arrivare presto” ad una riforma condivisa con le parti sociali.
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