Il colosso franco-tedesco dell’aerospazio punta all’accordo. Dalla guerra aperta per i sussidi elargiti dai governi ai due costruttori, era esploso anche il caso Usa contro Europa: il commissario europeo Hogan chiede “l’immediato stop ad azioni ingiustificate sui prodotti europei” italiani compresi
Dopo anni di scontri, ripicche e appelli davanti al Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, arriva una frenata che potrebbe riportare la calma nello scontro aperto da 16 anni tra Airbus e Boeing.
Il caso, complesso, riguarda la lotta a colpi di carta bollata e interventi dei governi sui due lati dell’Atlantico, e si riassume con i sussidi elargiti per anni dai governi Usa e europei ai due colossi dell’aerospazio in perenne conflitto.
L’azienda europea ha concordato con i governi spagnolo e francese la modifica di alcuni contratti per porre fine alla guerra tariffaria con gli Stati Uniti. “Dopo 16 anni di contenzioso presso il Wto – annuncia Airbus – questo è l’ultimo passo per fermare una disputa di vecchia data e rimuovere qualsiasi giustificazione agli aumenti delle tariffe e dei dazi commerciali statunitensi”. Allo stesso tempo si muove l’Unione europea che nelle ultime ore, con un intervento del commissario al Commercio Hogan, ha chiesto agli Usa di sbloccare la vicenda “e di mettere fine alla guerra dei dazi”.
Uno scontro che ha provocato l’innalzamento dei dazi a 7,5 miliardi di dollari, tutti diretti a tassare in maniera pesante una lunga lista di prodotti europei e anche italiani: whisky scozzese, vini francesi, olive spagnole, formaggi italiani come Parmigiano e Grana, la mortadella o i salumi e anche il Limoncello, nonostante il nostro Paese non faccia parete del consorzio Airbus.
Le parti europee, dal canto loro, avrebbero quindi deciso questa mossa modificando i contratti “Repayable Launch Investment“, o Rli, per la parte che riguarda i sussidi relativi agli aerei A350, un modello di lungo raggio. Si tratta di prestiti che Airbus ottiene direttamente dai governi. Soldi che servono a coprire gli enormi costi legati alla nascita di un nuovo velivolo. L’azienda europea intende così rispettare i parametri e la linea segnata dal Wto tendendo la mano agli Stati Uniti.
“Con questa mossa finale, Airbus si considera pienamente conforme a tutte le sentenze del Wto”, fa sapere l’azienda che ora spera di chiudere il contenzioso grazie a questa decisione. A questo punto si attende la risposta delle controparti per una guerra di nervi e miliardi investiti che si trascina senza esito finale fin dal 2004 er che ha causato l’introduzione di dazi doganali che pesano sugli scambi tra Usa e Europa.
Repubblica