Il ministro dello Sviluppo Economico a “Radio Anch’io” all’attacco dell’azienda: “Se vuole andarsene rispetti le clausole e paghi le penali”
L’ingresso dello Stato nella ex Ilva con Cdp è “quasi inevitabile”. Lo ha detto il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, intervenuto a Radio Anch’io su Rai Radio1, a poche ore dal piano che Arcelor Mittal si prepara a presentare al governo. Dall’azienda, ha detto Patuanelli, “dò per scontato che arriverà un piano che non è assolutamente in linea con quanto abbiamo discusso per mesi fino a marzo e con quanto si aspetta il governo”.
Il Governo condidera inaccettabili tagli all’occupazione che l’azienda dovrebbe presentare: “Non capiamo la profondità dei tagli, è inaccettabile. Se Mittal ha deciso di andarsene se ne vada ma si rispettano le clausole del contratto e le penali previste”, ha aggiunto Patuanelli spiegando che serve un “piano strategico” per la filiera dell’acciaio.
Ieri l’azienda ha fattio richiesta per una proroga della cassa integrazione ordinaria per 8.157 dipendenti dello stabilimento di Taranto. Nell’incontro in videoconferenza del 25 maggio scorso, alla presenza dei ministri Patuanelli, Gualtieri e Catalfo, l’Ad di Arcelor Mittal Italia Lucia Morselli aveva confermato gli impegni della multinazionale dell’acciaio a “mantenere l’integrità degli impianti di Taranto e la sua importanza a livello europeo”. L’azienda, che in base agli accordi con il governo ha facoltà di mollare l’ex Ilva a novembre pagando una penale, ha spiegato nella richiesta di Cigo di trovarsi “nelle condizioni di dover procedere a una riduzione della propria attività produttiva a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19 ancora in atto”. E che gli effetti della pandemia continuano “ad avere riflessi in termini di calo delle commesse e ritiro degli ordini prodotti, considerato altresì il blocco di parte delle attività produttive, manifatturiere, distributive e commerciali che hanno reso difficilissima, peraltro, anche la chiusura degli ordini e delle fatturazioni”.
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