
La domanda di carta “rimane debole quasi ovunque” e spinge Fedrigoni, tra i principali produttori italiani di carte speciali e 4.000 addetti, di pianificare la fermata “per un paio di settimane nel mese di giugno, come già accaduto a maggio”, degli stabilimenti di 4 regioni: Veneto, Trentino, Friuli e Marche. “La situazione purtroppo non è mutata – ha dichiarato Marco Nespolo, nella foto, amministratore delegato del Gruppo -. La crisi continua a produrre effetti diametralmente opposti sulle due divisioni dell’azienda: il comparto delle etichette autoadesive mantiene la crescita, con un significativo aumento degli ordini che si traduce per noi in una maggiore produzione, mentre quello della carta non dà per ora segnali di ripresa, costringendoci quindi a prevedere alcune ulteriori fermate temporanee”. Prima della crisi causata dall’epidemia, Fedrigoni aveva chiuso il 2019 con risultati molto positivi e anche il primo trimestre 2020, pur parzialmente impattato dal lockdown, aveva evidenziato buone performance.Numeri che non hanno impedito che “si rendesse necessario un adeguamento produttivo, con fermate temporanee già in aprile e maggio in alcuni stabilimenti”. I dipendenti sono stati invitati a fruire di tutte le ferie e i permessi non goduti per coprire i periodi di chiusura, ricorrendo alla cassa integrazione solo nel caso non fossero sufficienti; inoltre, sono state valutate anche forme di riconoscimento straordinario, per integrare parzialmente i mancati guadagni, e Ceo e top management si sono ridotti il compenso del 30%. Ora, “a meno di una veloce ripresa della domanda di carta”, si stanno programmando ulteriori chiusure temporanee in quasi tutti gli stabilimenti italiani: Verona, dall’1 al 14 giugno; Arco (Trento), dall’1 all’8 e dal 25 al 28 giugno; Varone (Trento), il 5, 12 e 19 e dal 22 al 26 giugno; Cordenons (Pordenone) e Scurelle (Trento), la prima e la terza settimana di giugno; Pioraco (Macerata) dal 15 giugno al 5 luglio; Fabriano e Rocchetta (Ancona), dal 19 giugno al 5 luglio.