Un evento letterario e editoriale. A sessant’anni dalla prima edizione italiana dell’Ulisse, una nuova traduzione integrale d’autore, basata sull’edizione “1922” degli Oxford World Classics e arricchita da un apparato di note indispensabile per comprendere appieno la ricchezza della scrittura. Il capolavoro di Joyce torna in libreria in una versione rivoluzionaria per rigore e freschezza della lingua. Quest’anno il Bloomsday avrà tutta un’altra voce. Il capolavoro ritornerà in libreria, grazie alla meritoria iniziativa de La Nave di Teseo il 4 giugno, con la nuova traduzione di Mario Biondi. Così Biondi ha commentato il ritorno del classico par excellence della letteratura novecentesca: “Il mio progetto di tradurre l’Ulisse, avventurosamente e presuntuosamente avviato agli inizi degli anni Settanta, si era dovuto arenare al primo centinaio di pagine o giù di lì. Anzitutto, per campare dovevo tradurre quello che mi commissionavano gli editori, ma soprattutto l’Ulisse era troppo difficile. Dopo aver ripreso più volte in mano il progetto negli anni Ottanta e Novanta, nel Duemila avanzato – essendomi lasciato 71 traduzioni e con esse ‘un grande avvenire dietro le spalle’ – ho creduto di potermi finalmente sentire adeguato al compito, quindi eccolo qui. È un testo di grandissimo fascino, in larga misura anche proprio per le sue oscurità volute o indotte, i suoi giochi di parole, le sue onomaturgie”. Ma chi era James Joyce? Ci congediamo con una brevissima biografia per rammentare vita e opere del genio irlandese. Nato a Dublino, lascia l’Irlanda nel 1904, dopo gli studi universitari, per insegnare prima a Pola e poi a Trieste, allora parte dell’Impero austroungarico. Nel 1914 pubblica il romanzo Ritratto dell’artista da giovane, a puntate su rivista, e la raccolta di racconti Gente di Dublino. Dopo aver trascorso gli anni del primo conflitto mondiale a Zurigo, su invito di Ezra Pound raggiunge Parigi dove resterà vent’anni. Qui pubblica nel 1922 il grande romanzo a cui pensava da quindici anni, Ulisse, seguito nel 1939 da Finnegans Wake. Rifugiato in Svizzera allo scoppio della seconda guerra mondiale, Joyce muore a Zurigo il 13 gennaio 1941.