(di Tiziano Rapanà) Ripartire è il verbo chiave di questi tribolati giorni. La chiamano Fase 2, ma a me sembra una Fase 1 più nevrotica, con qualche sospirata concessione di libertà. Nelle facce nascoste dalle mascherine scorgo frammenti di una vita paranoica, inchiodata tra guanti e continue sanificazioni. Non sono tempi facili ed è banale dirlo. Basta aprire la finestra per guardare un’umanità che ha paura di percorrere le nuove vie del vivere. Cosa resta della vecchia vita? Me lo chiedo, ma non so darmi una risposta. Sono talmente immerso in questa quotidianità che non riesco più a rammentare le vecchie abitudini. Per fortuna, leggo ancora. Non ho perso il piacere dell’esercizio, almeno quello. L’unica consolazione rimasta, l’unica panacea ai dispiaceri di un’infinita quarantena. Anche se, ed è il caso di essere onesti, non è giusto disegnarmi come un uomo continuamente prono al bel vizio della lettura. Io sui libri, talvolta ma non sempre, mi ci addormento pure. Ultimamente faccio fatica a leggere i romanzi. Per fortuna non sono l’unico, la svogliatezza è diffusa e la cosa mi tranquillizza: almeno così mi sento meno in colpa. Così ho ripiegato sui libri di racconti… no, non dovrei fare uso del verbo ripiegare, perché non ho letto dei libercoli di quart’ordine: tutt’altro. Ho fatto delle letture formidabili e avrei voglia di consigliarvi tutti i libri che mi hanno accompagnato in questo periodo, Ma il demone della pigrizia si è impossessato del mio corpo e così – malgrado la buona intenzione – sono costretto a suggerire un solo libro che ne vale almeno dieci. Sto parlando del nuovo lavoro letterario di Nadia Terranova, Come una storia d’amore, appena uscito per Giulio Perrone Editore. L’autrice è una figura adamantina della letteratura contemporanea nostrana, che ha composto molti testi per adulti e ragazzi. Il suo romanzo più noto è Addio Fantasmi (Einaudi Stile Libero, 2018). Come una storia d’amore racconta Roma, con molteplici sguardi femminili. Non è la Roma turistica, quella presente nel libro. Non vi ritroverete l’immaginetta sbiadita della Roma da Cartolina, non ci sono gli innamorati che passeggiano sul lungotevere, niente lucchetti e fesserie varie. La Roma dell’autrice è una città dove si può sentire l’odore di fritto che aleggia nei porticati dei condomini, il fetore dei vestiti usati venduti alle bancarelle, il rumore dei mezzi pubblici, le proteste dei pendolari per i continui scioperi, il vociare dei bar anonimi. Non è il solito libro su Roma, anche perché alcune storie sembrano non riguardarla e si potevano tranquillamente svolgere a Forlì o a Caramanico Terme. Potrei parlarvi delle donne protagoniste dei racconti, ma non voglio che sappiate di più del libro: non voglio rovinarvi il piacere della scoperta di un mondo creativo intrigante. Un mondo che potrete acquistare, in libreria, a soli 15 euro (e se lo prendete dai vari siti e-commerce, risparmiate pure qualcosina).