Prima intervista dopo la conferma per Claudio Descalzi, ad di Eni, che ai microfoni di Milano Finanza è ritornato sulla crisi del petrolio: “Secondo le nostre stime la fase critica durerà fino a maggio. Da giugno ci sarà una fase di transizione per riportare la situazione alla normalità“.
Tempi molto lunghi secondo il manager italiano: “Questo e il prossimo anno saranno all’insegna di quotazioni basse. Per rivedere uno scenario pre-Covid bisogna attendere il 2022 anche se non prevedo gradi perdere. Costerà intorno ai 55-60 dollari al barile“.
In questa intervista Descalzi ha parlato delle opportunità che questa emergenza coronavirus porterà per Eni: “Secondo me dobbiamo accelerare la trasformazione verso il green. Il processo lo abbiamo previsto inizialmente in un arco di 30 anni ma ora bisogna iniziare a ridurre i tempi. La volatilità che stiamo vivendo, le contrapposizioni tra Stati produttori e la pandemia sono eventi che in futuro possono ripresentarsi. Questo cipone di avere sempre più settori al riparo dalle fluttuazioni con il nostro obiettivo a lungo termine che è quello di vendere solo prodotti verdi“.
Una conferma per Descalzi avvenuta non senza polemiche. Terzo mandato per il manager che ammette: “Siamo abituati agli scossoni e abbiamo dimostrato sempre di saper reagire. Nel 2014, per esempio, si è innescata la spirale che ha portato a picco i prezzi del petrolio. Anche in quel caso siamo riusciti a migliorare il nostro bilancio, a ridurre il debito e rendere più performante la produzione. Sono in un’azienda che ha strumenti, competenze, coesione manageriale per superare qualsiasi crisi. E questo mi fa essere sempre positivo“.
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