Denuncia Cgia, a rischio tenuta finanziaria piccole aziende
Una piccola azienda su 2 segnala che i tempi di pagamento dei committenti privati si sono allungati a dismisura e questo sta mettendo a rischio la tenuta finanziaria di tantissimi autotrasportatori, produttori di imballaggi e di una parte di attività metalmeccaniche che, in questo periodo di lockdown, hanno comunque lavorato. Lo dice la Cgia di Mestre, sottolineando che si tratta di realtà che anche in condizioni di normalità economica sono spesso a corto di liquidità e sottocapitalizzate.
“La questione liquidità per le piccole imprese è dirimente – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – Se anche coloro che hanno lavorato faticano ad incassare le proprie spettanze, è evidente che bisogna cambiare registro. Ovvero, stop a prestiti bancari a tassi comunque non proprio prossimi allo zero, che costringono le attività ad indebitarsi ulteriormente. Sì, invece, a contributi a fondo perduto”. Per Zabeo, se con troppi debiti “le piccole imprese sono destinate a saltare, lo Stato, invece, anche con un debito pubblico maggiore, può reggere, grazie anche alle misure che la Bce e l’Unione Europea metteranno in campo nei prossimi mesi”. Gli artigiani mestrini guardano con interesse all’esperienza maturata in Germania in queste ultime settimane. Per sostenere le piccole imprese, infatti, il governo e i lander tedeschi hanno erogato, alle realtà con meno di 15 addetti, fino a 15 mila euro a fondo perduto. Secondo il segretario Renato Mason, “non sono pochi gli artigiani e i piccoli commercianti che hanno deciso di mitigare il forte calo dei flussi di cassa registrato in questo ultimo mese e mezzo non pagando le bollette di acqua, luce, gas, l’affitto o le spese condominiali”. Per questo, oltre a dare liquidità a fondo perduto a queste piccole attività, “è necessario anche un taglio fiscale importante sin da subito”. In merito alla cosiddetta “fase 2”, la Cgia auspica che le attività possano aprire quanto prima. Tuttavia, ciò che sorprende è che non si parli per nulla della cosiddetta “fase 3”, vale a dire quella del rilancio economico. Il Governo, accusano gli Artigiani, non sembra avere un piano di rilancio, un progetto, un’idea sul futuro del Paese.
ANSA