L’impatto della pandemia di coronavirus sull’economia italiana porterà a un calo del pil del 9,9%, il più ampio fra le principali economie europee, e a un aumento della disoccupazione dell’1,1%, con un tasso dell’11,1%. I numeri rappresentano le ultime previsioni di Standard&Poor’s, che prevede un calo per l’economia dell’Eurozona del 7,3% e del Regno Unito del 6,5%, con un rimbalzo l’anno prossimo rispettivamente del 5,6 e del 6%. Per l’Italia il recupero nel 2021 è previsto al 6,4%, seguito da un +3,2% nel 2022, con una disoccupazione che toccherà un picco dell’11,2% il prossimo anno. “Le nostre previsioni”, spiega S&P, “sono che i Paesi con lockdown più stretti e, un’economia più orientata ai servizi – specialmente quelli dipendenti dal turismo – e un supporto fiscale più debole soffriranno maggiormente. Una risposta più coraggiosa a livello europeo potrebbe aiutare la velocità del recupero”. Per l’anno in corso il calo di Pil più pesante dopo quello italiano, nelle previsioni di S&P, sarà quello spagnolo (-8,8% nel 2020, +5,1 nel 2021), seguito da quello francese (-8% quest’anno, +6,1% il prossimo). Le previsioni per la Germania parlano di un calo del prodotto interno lordo del 6% per quest’anno, seguito da una ripresa del 4,3%. L’Italia continuerà a essere penalizzata rispetto agli altri principali Paesi europei anche sul fronte dei tassi d’interesse, rimanendo l’unico ad avere un rendimento del titolo decennale superiore all’1%: secondo l’agenzia di rating sarà dell’1,5% per quest’anno e dell’1,4% per il prossimo, a fronte di rendimenti negativi per lo 0,5% per i bund, con uno spread implicito di circa 200 punti base per il 2020 e di 190 per il 2021.