Con il divieto di assembramento le esequie ora si fanno in diretta Facebook. Da Brescia a Bologna, decine di esempi. Parrocchie e onoranze si adattano ai tempi
All’ultimo saluto in streaming non si parla, si scrive soltanto. Non c’è abbraccio, non c’è rumore, solo un flusso di “R.I.P”, scritto sempre in maiuscolo, e tante “sentite condoglianze alla famiglia”. Entrambi firmati con emoticon che piangono. Sono i funerali online al tempo del coronavirus: vietate dai decreti, le esequie si spostano sul web. Nel Bresciano, nel Mantovano, in Campania o nel Bolognese. Giorno dopo giorno, mentre continua l’emergenza per la pandemia e cresce il numero di morti per Covid-19, le ditte di onoranze funebri si reinventano, trasmettono filmati online per famigliari e amici chiusi in casa che non potranno portare dal vivo l’ultimo saluto: il funerale entra nelle case. Esequie in diretta “live” sulla pagina delle onoranze, in tempo reale su Facebook nella pagina della parrocchia, oppure su siti di necrologi specializzati.
In Usa, Gran Bretagna e altrove, è qualcosa che occasionalmente si faceva anche prima, ma che mai si era pensato potesse diventare abitudine, come sta accadendo all’estero e adesso anche in Italia. Come lunedì 23 marzo a Crescentino, Vercelli, dove si è svolto l’addio a Learco Piazzo, 82 anni, morto per coronavirus. La famiglia ha concordato lo streaming con la parrocchia per accogliere l’affetto della cittadinanza senza creare disagi.
Il telefonino è in verticale, inquadra la bara: è poggiata su un carrello, in mezzo all’asfalto, con appena tre persone intorno. Si sente il rumore del vento e a fianco, fra i commenti Facebook, scorrono cuori, abbracci virtuali, “mi piace” e messaggi di cordoglio. Inizia la celebrazione, il funerale online durerà 25 minuti, da quando la bara viene trasportata all’interno del cimitero sino alle ultime parole di ricordo da parte del prete che parla sotto la mascherina e regge con i guanti i fogli delle preghiere.
Preti che fissano i piccoli obiettivi degli smartphone, come fossero gli occhi dei fedeli: adesso che non si stringono più le mani per scambiarsi segni di pace, che sono vietati gli abbracci, che il rincuorare avviene solo a parole e le esequie si seguono in streaming osservando un video che scorre, anche i parroci si adattano, chiedono di cambiare angolature, contano fino a tre prima di iniziare a parlare in diretta.
In piccoli casi sono i parenti a riprendere con il proprio telefonino, spesso dopo aver ottenuto il consenso. E’ successo nel Bolognese, dove il figlio di un signore deceduto ha chiesto di poter realizzare una breve diretta Facebook “per chi gli voleva bene”. Oppure a Erba dove per la giovane Priscilla, 17enne morta l’11 marzo per una terribile meningite fulminante, la diretta streaming sulla pagina Facebook della chiesa locale raccoglie 9 mila visualizzazioni e centinaia di commenti.
Nella Lombardia devastata dal virus, dove le bare si accalcano e l’ultimo saluto è già negato da oltre un mese, i servizi per i funerali in streaming sono sempre più usati. Da Busto Arsizio a Bergamo, da Brescia a Crema, fino a Poggio Rusco, le imprese di onoranze funebri si organizzano. Molte hanno creato una sezione “live” sul proprio sito: forniscono un link ai familiari che poi potranno condividerlo con parenti e amici e lì si potrà seguire e a volte persino commentare l’addio al caro estinto. Capita, come avvenuto nel mantovano che tra quarantena e familiari contagiati chiusi in casa, praticamente nessun parente possa essere presente al funerale: così sono gli addetti delle onoranze a riprendere tutto, a volte fino alla tumulazione.
Solo quando l’atto finisce e la bara “scompare”, la diretta cessa di funzionare. Compare allora lo schermo nero, dove si legge “il live non è più disponibile”. Accanto restano i commenti, ultimo commiato online e a distanza – in questi tempi di coronavirus – con chi ci ha lasciato.
Repubblica.it