Tokyo lima i guadagni e sale dello 0,3% dopo le due morti giapponesi. Shanghai balza dell’1,8% con il taglio dei tassi. Debole l’Europa. Oro al top da sette anni per i timori globali, le crisi geopolitiche fanno risalire il petrolio.
Andamento nervoso sui mercati finanziari per le notizie provenienti dal fonte sanitario che riguardano la diffusione del coronavirus. Dopo i dati confortanti della vigilia, con il numero di nuovi casi in diminuzione, a preoccupare gli investitori sono le due morti segnalate in Giappone e l’aumento di contagi in Corea del Sud.
Dollaro e oro, beni rifugio, continuano ad esser preferiti dagli investitori, anche se le azioni globali – supportate dalle banche centrali – non danno certo segni di cedimenti violenti. Dopo un balzo iniziale, legato a una debacle improvvisa dello yen, la Borsa di Tokyo ha chiuso in leggero rialzo: questa mattina il Nikkei ha guadagnato lo 0,34%. Migliore l’andamento a Shanghai, con l’indice in rialzo dell’1,8% per un nuovo intervento della Banca centrale cinese che ha tagliato il costo del denaro.
Le Borse europee trattano deboli, nonostante le chiusure record di Wall Street di ieri sera (+0,4% per il Dow Jones): Londra tiene in rialzo dello 0,07% a metà mattina, mentre a Milano l’indice Ftse Mib segna -0,5%. Francoforte arretra dello 0,1% e Parigi dello 0,13%.
A Piazza Affari l’attenzione resta puntata sul comparto bancario, dopo la fredda risposta del cda di Ubi all’Offerta pubblica di scambio lanciata da Intesa Sanpaolo e il mandato all’ad Victor Massiah di trovare i consulenti per valutare la proposta. La banca “preda” è stata messa sotto osservazione dall’agenzia di rating S&P con prospettive favorevoli. Debole Tenaris dopo i risultati relativi al quarto trimestre in flessione. Soffre anche Atlantia, sull’ultimatum del governo per la concessione di Autostrade per l’Italia dopo l’approvazione del Milleproroghe che dà una forza legale maggiore all’esecutivo nella trattativa.
Lo spread tra Btp e Bund è stabile a 135 punti e il rendimento del decennale è poco mosso allo 0,933%. L’euro resta sotto 1,08 dollari, giù anche lo yen e le valute asiatiche. La moneta europea passa di mano a 1,0790 e 120,36 yen. Sale il dollaro/yen a 111,55. Giù anche le altre valute asiatiche. Arretra dello 0,3% lo yuan e dello 0,6% la rupia indonesiana.
Continua come si diceva la corsa dell’oro sui timori provocati dal rallentamento dell’economia: il metallo prezioso oggi passa di mano sui mercati asiatici a 1.610 dollari l’oncia vicino ai massimi da 7 anni e secondo alcuni analisti la corsa potrebbe toccare fino a raggiungere presto i 1.650 dollari l’oncia. Al rally è interessato anche il palladio che sale dello 0,5% a 2.731 dollari l’oncia. Il prezzo del petrolio torna in rialzo questa volta per i timori nei rifornimenti, a causa delle crisi geopolitiche che impattano la Libia e il Venezuela. Sui mercati asiatici i future sul Light crude Wti avanzano di 22 cent a 53,51 dollari e quelli sul Brent crescono di 22 cent a 59,34 dollari al barile.
Dal fronte macro si segnala che, dopo l’indice Zew, anche l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori in Germania è previsto in calo a marzo per l’incertezza creata dal coronavirus. L’indice anticipatorio arretra a 9,8 punti a marzo dai 9,9 punti di febbraio. Secondo Rolf Buerkl, esperto dei consumi di GfK un calo o un’interruzione della produzione nelle aziende cinesi potrebbe influire sulla produzione in Germania o addirittura farla arrestare completamente e ciò potrebbe comportare una riduzione dell’orario di lavoro e possibilmente una riduzione del personale, cosa che “non gioverebbe alla fiducia dei consumatori”.
Ansa.it