Google cambia rotta nella gestione dei difficili rapporti con gli editori di giornali e prende per la prima volta in considerazione di remunerare direttamente le case editrici per i contenuti utilizzati nei risultati del suo motore di ricerca. Non che finora il colosso di Mountain View non abbia supportato il settore editoriale ma lo ha sempre fatto in via indiretta, per esempio sostenendo economicamente l’innovazione digitale nelle redazioni. Lo strumento deputato è stato finora Google News Initiative.
Adesso, invece, l’idea della società hi-tech californiana sotto la guida dell’a.d. Sundar Pichai è quella di creare un nuovo prodotto Google di fascia premium, quindi con servizi giornalistici tratti dalle principali testate internazionali, non solo di stretta attualità ma pure di approfondimento. E non è un caso che, secondo indiscrezioni di stampa statunitensi ed europee, siano già partiti i confronti con alcuni editori, in particolare quelli extra Usa, più nel dettaglio con quelli francesi, tra cui Le Monde e Le Figaro. Il motivo? Perché la Francia non solo ha recepito la nuova normativa comunitaria sul copyright tra i primi paesi a farlo ma l’ha pure implementata ed è stata in pole position anche nel varare una web tax nazionale. Mosse che prima hanno destato la reazione di Google, poi, nel caso della tassazione per le multinazionali della rete, anche del governo americano guidato da Donald Trump. Perciò oggi, sempre stando alle voci di mercato, si riparte con le trattative proprio nell’Esagono per cercare di riconciliare gli animi e perlopiù mitigare la resistenza politica alle pressioni d’Oltreoceano.
A proposito di negoziazioni con gli editori, nessun incontro è stato confermato né è stato ipotizzato che i contatti stiano propositivamente andando avanti, oltre la prima fase iniziale. Di conseguenza, non è assicurato che le parti trovino un terreno comune d’incontro. Al momento, sono stati coinvolti da Google sia gli editori di giornali sia quelli di agenzie stampa.
Comunque andrà a finire, Google si è candidato in questo modo a diventare il secondo colosso hi-tech a fare un passo verso la remunerazione diretta degli editori. Lo scorso anno, infatti, Facebook ha annunciato che avrebbe pagato le agenzie, in alcuni casi milioni di dollari l’anno, per utlizzare i titoli e i riassunti delle notizie. «Vogliamo dare alle persone un giornalismo di qualità. È importante per una democrazia informata e aiuta a sostenere un’industria editoriale sostenibile», ha fatto sapere ieri con una nota Google. «Siamo in trattative con i partner e cerchiamo nuovi modi per espandere i nostri rapporti con gli editori, basandoci su programmi come Google News Initiative».
Marco A. Capisani, ItaliaOggi