I diritti del consumatore? Due siti di e-commerce su tre li nascondono

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Secondo un’indagine della Commissione europea la maggior parte delle piattaforme di vendita omette informazioni fondamentali. Come il diritto di recesso o la garanzia di due anni

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L’e-commerce in Europa non è trasparente. Sono ancora troppi i siti che non informano i consumatori su quali siano i loro diritti nella speranza che, in caso di problemi, non li rivendichino.Sono due su tre quelli che “dimenticano” di fornire queste informazioni. 
Una recente indagine della Commissione europea su 500 pagine web di e-commerce lo ha dimostrato. E non si tratta di un problema nuovo: già nel 2019 una verifica simile aveva messo in luce gravi lacune nel settore del commercio elettronico. Lacune che non sembrano essersi colmate nel giro di dodici mesi.

Il tipo di indagine condotta si chiama “sweep”: è una sorta di blitz condotto in simultanea dalle 27 autorità nazionali su centinaia di siti. Quest’anno il settore investigato era molto ampio: abbigliamento, arredamento ed elettronica. 

Diritti nascosti. I problemi più frequenti che l’indagine ha portato a galla sono:

  • Oltre un quarto dei siti non informa i consumatori su come recedere da un contratto. In metà dei casi non c’è alcun riferimento al fatto che il recesso è possibile per 14 giorni dopo aver ricevuto la merce, senza alcun bisogno di giustificare la decisione;
  • In circa il 20% dei siti di e-commerce il prezzo mostrato è fuorviante perché non contempla spese di spedizione, postali o di altro tipo;
  • Oltre un terzo dei siti tace su uno dei diritti-base del consumatore europeo: la garanzia legale di due anni, un periodo nel quale si ha diritto alla riparazione, alla sostituzione o al rimborso in caso di difetto di fabbricazione (anche se lo si scopre o si manifesta dopo);
  • Circa il 45% del campione analizzato non inserisce il link alla piattaforma Odr, cioè quella che consente la soluzione delle controversie online. Eppure la legge europea prevede che il link sia “facilmente accessibile”.

Ma non è finita qui. I risultati di questo blitz verranno utilizzati dalle singole autorità nazionali come base per un’indagine più approfondita, nel corso della quale i venditori dovranno apportare delle correzioni, pena la possibilità di ricevere sanzioni.

Repubblica.it