Sarebbe difficile, almeno nella fase iniziale, distinguere un’infezione da coronavirus da un normale caso di influenza stagionale. Lo sottolinea Gianni Rezza, Direttore del Dipartimento malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità, in un focus pubblicato sul sito dell’istituto a commento dell’ultimo bollettino Influnet che rileva una lieve diminuzione dei casi di influenza in Italia, primo segnale di superamento del picco. “I sintomi dell’influenza, almeno in una fase iniziale – spiega Rezza – sono molto simili a quelli di altre infezioni respiratorie, compreso il nuovo coronavirus SARS-CoV-2: febbre, tosse, raffreddore, mal di gola. Per il nuovo coronavirus, che non sta ancora circolando in Italia, non ci sono allo stato attuale terapie specifiche, quindi la malattia attualmente si cura come i casi di influenza grave, con terapie di supporto, farmaci antipiretici, antinfiammatori e idratazione. Quando c’è una forma più grave caratterizzata da difficoltà respiratorie proprie della polmonite – ricorda l’esperto – il paziente viene seguito in rianimazione con il supporto meccanico alla respirazione”. Secondo i dati di sorveglianza dell’ISS l’influenza in Italia causa circa 200-300 morti all’anno e altri 7-8mila sono causati indirettamente dall’influenza in persone con malattie pregresse di tipo cardiovascolare, respiratorie e altre. L’influenza, infatti, crea più problemi soprattutto in persone anziane, malati cronici, donne in gravidanza. Tuttavia, la popolazione ha la possibilità di proteggersi grazie alla vaccinazione. Per il nuovo coronavirus, invece, non abbiamo ancora un vaccino con cui proteggere le persone più fragili ed essendo completamente nuovo per la popolazione umana, di fatto laddove è presente tende a circolare più velocemente. “In questo periodo, quindi – conclude Rezza – in cui il nuovo coronavirus non è ancora presente in Italia i sintomi nella stragrande maggioranza dei casi sono attribuibili all’influenza”. Le persone con il virus Covid19, l’influenza o il raffreddore, tipicamente sviluppano sintomi respiratori come febbre, tosse e naso che cola. Nonostante molti sintomi siano simili sono causati da virus differenti. Proprio a causa di queste similarità potrebbe essere difficile identificare la malattia basandosi solo sui sintomi. Come sempre l’OMS raccomanda che persone che hanno tosse, febbre e difficoltà a respirare cerchino subito un’assistenza medica. I pazienti dovrebbero informare gli operatori sanitari se hanno viaggiato 14 giorni prima dello sviluppo dei sintomi o se sono stati a stretto contatto con qualcuno che ha avuto sintomi respiratori.