L’online a pochi passi dall’editoria quotidiana e periodica, 3,2 miliardi di euro di ricavi contro i 3,9 miliardi. È uno degli elementi che spiccano dalla valutazione del Sic, il Sistema integrato delle comunicazioni, riferita al 2018 e resa nota dall’Agcom ieri: quotidiani e periodici (insieme con le agenzie di stampa che però pesano poco sul totale) avevano due anni fa il 21,1% del totale del mercato delle comunicazioni, mentre l’editoria elettronica e la pubblicità online ne avevano il 17,5% con un incremento di 4 punti percentuali rispetto a un anno prima. Dal momento che la valutazione si riferisce al 2018, è più che probabile che il prossimo anno l’Autorità certifichi il sorpasso fra i due segmenti. Attenzione: nella pubblicità online sono presenti anche i ricavi digitali dei giornali tradizionali, anche se come si sa sono altri player a fare la maggior parte del fatturato.
Ancora lontano da raggiungere, invece, è l’aggregato dei servizi di media audiovisivi, in sostanza televisione e radio, che ha fatturato oltre 9 miliardi di euro, mentre i segmenti più piccoli sono costituiti da cinema (689 milioni, compreso home video), pubblicità esterna (360 milioni) e iniziative di comunicazione e sponsorizzazioni a 1,2 miliardi. L’Autorità guidata da Angelo Marcello Cardani non comunica la variazione sull’anno precedente dei diversi segmenti a causa del cambiamento dei principi contabili che rende difficile la comparazione. In ogni caso il Sic è arrivato nel 2018 a 18,4 miliardi di euro, in crescita dell’1,04% su un anno prima. La sua valutazione serve all’Agcom per stabilire se ci siano posizioni che superano i limiti antitrust, ovvero il 20% del totale Sic, cosa che non è avvenuta. Ma i dati del Sic sono stati utilizzati, per esempio, anche nel caso Mediaset-Vivendi, per verificare se la presenza dei francesi in questo settore e nelle tlc con Tim superasse i limiti previsti dal Testo unico della radiotelevisione.
La foto dei principali attori del settore restituisce quanto detto finora: in testa ci sono i tre grandi gruppi televisivi: Comcast/Sky con il 15,7% del Sic, Fininvest con il 13,4% e Rai con il 13,2%. Subito dopo però c’è Google con una percentuale quest’anno non specificata dall’Agcom ma intorno al 5% (era al 4,1% nel 2017). Al quinto posto Cairo Communication e poi il secondo gigante di Internet, Facebook, anche questo in crescita e posizionato oltre il 3,5% del Sic, che ha superato Gedi. Se si considera che la pubblicità online conteggiata dall’Agcom fra il 2017 e il 2018 è cresciuta del 37% passando da 2,2 a oltre 3 miliardi di euro e che i due attori precedenti ne detengono la maggior parte (con un calcolo a spanne 1,6 miliardi di euro) si comprendono questi spostamenti.
A chiudere i dieci gruppi più grandi del settore ci sono ItaliaOnline, Discovery e Netflix.
Andrea Secchi, ItaliaOggi