Il Consiglio regionale della Puglia ha approvato, al termine della seduta di ieri, il disegno di legge relativo alle norme sul controllo del randagismo, dell’anagrafe canina e la protezione degli animali di affezione, abrogando contestualmente la precedente legge in materia risalente al 1995. Il provvedimento è passato con 28 voti favorevoli e una sola astensione dopo aver esaminato, in un vivace dibattito durato quasi 4 ore al quale ha partecipato anche il presidente (e assessore alla Salute) Michele Emiliano. Ben 35 gli emendamenti presentati al testo di legge composto da 31 articoli. La nuova norma, in linea con quanto già attuato in altre Regioni, punta al benessere animale e si adegua ai recenti interventi normativi nazionali, recepisce quelli comunitari che allargano le missioni di intervento normativo ben oltre i precedenti confini legislativi nazionali, ampliando gli ambiti di azione a tutte le specie animali contenute nei regolamenti comunitari. Il testo, inoltre, recepisce le più recenti sentenze della Corte Costituzionale, in particolare quella del 2016 che ha dichiarato l’illegittimità della legge regionale vigente, la 12/1995, nella parte in cui impedisce ai privati di ottenere la concessione per canili e gattai. Inoltre, definisce le competenze dei Comuni ai fini del risanamento o della costruzione dei canili sanitari e stabilisce i requisiti delle strutture di ricovero e gli obblighi dei gestori nella conduzione di queste strutture. Norma anche l’affido e l’adozione, la rinuncia e l’eutanasia, il recupero dei cani randagi, la protezione dei gatti, le competenze delle Asl e le prestazioni sanitarie. Con la nuova legge è istituita anche l’anagrafe degli animali d’affezione e da parte della Regione e delle Asl è prevista la promozione della conoscenza e la diffusione dei metodi per il controllo della riproduzione degli animali. Una commissione regionale, che dovrà essere istituita, avrà il compito di coordinare, sovrintendere e controllare gli interventi necessari all’attuazione della legge. Le attività delle associazioni per la protezione degli animali, iscritte all’albo regionale, non dovranno avere fini di lucro; è regolamentata l’esposizione e la vendita di cani e gatti, così come l’addestramento e l’educazione; viene tutelato il benessere di questi animali, consentendo il libero accesso ai giardini, parchi, luoghi pubblici, esercizi commerciali e sui mezzi di trasporto pubblico. Nell’illustrare il provvedimento, il presidente della commissione consiliare Sanità, Giuseppe Romano (di Senso Civico), ha spiegato che il ddl “rappresenta il punto di arrivo di un lungo e impegnativo percorso di lavoro avviatosi a gennaio 2014 in conseguenza della sempre più incalzante esigenza avvertita su tutto il territorio pugliese di aggiornare e superare il contenuto normativo dell’ormai obsoleta legge regionale n. 12 del 1995 per la tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, stante l’impellente necessità di adeguare la normativa consolidando l’approccio culturale del benessere animale e mettendolo fortemente in relazione agli aspetti legati all’affettività e alla vivibilità degli animali d’affezione”. Di tutt’altro avviso il capogruppo di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, secondo il quale “la legge che oggi il Consiglio regionale ha approvato non è nell’interesse della Puglia tutta, sia dei cittadini sia degli animali, ma risente della perenne campagna elettorale del presidente Michele Emiliano, che nel tentativo di strizzare l’occhio alle associazioni animaliste e ai 5stelle ha presentato emendamenti che stravolgono l’obiettivo iniziale della legge che si proponeva di dare una mano ai Comuni che si trovano in trincea ad affrontare il problema del randagismo. Come? Ampliando o costruendo nuovi canili, che chiaramente – ha sottolineato – aprono a nuove realtà senza nulla togliere a chi opera da anni in questo settore e che deve continuare a farlo”.