
(di Tiziano Rapanà) Vent’anni sono passati dalla morte di Bettino Craxi. Lo ricordano i media, l’opinione pubblica e anche l’editoria. Sabato avevo fatto una capatina in libreria. Curiosando tra le novità mi ero imbattuto in 3 o 4 libri dedicati all’ex statista. Avrei voluto comprare il thriller scritto da lui, Parigi-Hammamet, edito da Mondadori. Ero curioso di scoprire Craxi alle prese con uno spy-thriller. Volevo valutare la sua penna e capire se fosse brillante o meno. Per ora nisba, perché nelle librerie non si trova. Aspetterò qualche settimana e poi eventualmente, alla bisogna, mi darò all’e-commerce. Ho ripiegato sul nuovo libro di Marcello Sorgi, Presunto colpevole (Einaudi – Stile libero), che racconta gli ultimi tempi dell’ex leader socialista ad Hammamet. Non si limita a dire il vero a fare questo, ma va più in profondità. E si fa una domanda netta, precisa, ispirata nientemeno che da Tony Blair: perché in Italia non è stato consentito a Craxi di curarsi? Lo stato italiano ha trattato sempre, anche in casi estremi, anche quando si trattava di vicende legate al terrorismo e alla criminalità organizzata. Non si è voluto trattare in soli due casi, in quelli clamorosi di Aldo Moro e Craxi. Sorgi fa le dovute proporzioni, com’è normale. Nel libro, la risposta sul perché non si sia voluto salvare Craxi c’è, ma non ve la dico: non voglio anticiparvi nulla. Se per il caso Moro tutto si deve – forse – al fallimento della linea della fermezza avvallata da Pci e Dc, per Craxi c’è dell’altro che non è proprio il caso – e scusa se insisto – di anticipare, perché vorrei che compraste il libro per conoscere una parte importante della storia italiana recente. Sorgi scrive bene, molto bene: ha l’accortezza del buon cronista e la capacità di riuscire ad avvincere il lettore nel racconto di fatti complessi e anche noiosi. Ho divorato il libro in poche ore e raramente succede per le novità. Non tutto è godibile, il capitolo dedicato ai rapporti tra i servizi segreti americani e lo stato italiano è ben documentato, ricco di fatti e nomi, ma in alcuni punti è indigesto. Comunque è un capitolo indispensabile da leggere, per capire la tesi principale di un libro. Tesi che non voglio esporvi, perché di questo libro dovete conoscere il meno possibile, altrimenti perdete il piacere di lettura. Dovete soltanto andare in libreria ed acquistarlo. La strada dell’e-commerce non è proibita, io stesso potrei usarla qualora non riuscissi ancora a trovare Parigi-Hammamet, tuttavia è meglio utilizzarla in casi estremi. Molte librerie stanno chiudendo, è un periodo di forte crisi, e dunque è il caso di ripopolarle. Tornate ad acquistare in libreria. Comprate libri belli e di valore, tipo quello di Sorgi che, contrariamente agli usuali libri scritti dai giornalisti, ha scritto qualcosa che rimarrà. Un qualcosa che vuole sconfessare l’antico detto “la storia la fanno i vinti, ma la scrivono i vincitori”. Complimenti a tutti, non solo a Sorgi. Complimenti a Paolo Repetti, il dominus di Stile libero, che ha voluto pubblicare un libro così importante che rappresenta uno dei cavalli di punta di questi anni, di una delle più belle collane del mondo dell’editoria che ha lanciato scrittori di grande livello (sono tanti, ma mi fa piacere citare Nadia Terranova). E complimenti a Riccardo Falcinelli, per l’ottimo progetto grafico che ha reso il libro un seducente oggetto estetico.