E’ un conflitto di interessi talmente grande che probabilmente passerà inosservato, nel polverone dell’UcrainaGate, dell’impeachment e della prossima campagna elettorale, quello di Donald Trump, presidente e albergatore.
Il presidente Trump, cui spetta per turno l’organizzazione del prossimo G7, ha stabilito che la sede più adatta per il vertice internazionale sia un albergo di sua proprietà: il Trump National Doral vicino a Miami. Lo staff della Casa Bianca ha affermato che il Presidente ha preso in considerazione la possibilità di critiche per la scelta, ma non se ne è dato troppo pensiero e ha scelto comunque il suo resort perché i funzionari dell’amministrazione avevano considerato gli hotel in tutto il paese e, alla fine, erano giunti alla conclusione che il Trump National Doral fosse “di gran lunga la migliore struttura fisica per questo incontro: è quasi come se avessero costruito questa struttura per ospitare questo tipo di evento”, ha detto il capo dello staff ad interim Mick Mulvaney ai giornalisti. Mulvaney ha anche respinto ogni ipotesi che il presidente possa trarre profitto dalla scelta: “L’hotel metterà il vertice “al costo” e il Presidente non intende trarne profitto”.