L’anti diva con i pantaloni che recitò tutta la vita il ruolo scomodo dell’amante
Per 27 anni ebbe una relazione con Spencer Tracy, con il quale girò nove film. Dopo il suicidio del fratello sviluppò un carattere ostile e volitivo che sfoderava con i giornalisti
(di Cesare Lanza per LaVerità) Katharine Houghton Hepburn è stata l’attrice ad aver vinto il maggior numerodi Oscar (quattro). Irrispettosamente, però, un documentario svela soprattutto i suoi segreti sessuali. Il titolo è Scotty and the secret history of Hollywood, incentrato sulla figura di Scotty Bowers, un uomo che nell’età d’oro di Hollywood si impegnò a soddisfare gli appetiti amorosi ed erotici, segreti, di divi e dive. Le star di cui parla di più sono Katharine Hepburn e Spencer Tracy: «Erano amici… non facevano nulla a letto insieme». Tracy, ubriaco, le chiedeva spesso di passare la notte con lui, e poi la mattina dopo si comportava come se non fosse successo niente. E quando gli viene chiesto se davvero aveva procurato 150 compagne per la Hepburn, risponde: «Ricordiamoci che questo è successo in un periodo di più di 39 anni, quasi 50». Un altro libro su strani amori tra omosessuali, Kate: the woman that was Hepburn di William Mann, sostiene che la love story tra le due star fu innalzata a livelli mitici da lei dopo la morte di Spencer Tracy, ma molti avevano dubbi sul fatto che questo mito corrispondesse alla realtà. Chi conosceva bene i due era convinto che la grande, controversa, e, per l’epoca, proibita passione, era in realtà molto più intrigante per quel che nascondeva sotto la facciata, già di per sé trasgressiva. Spencer, fervente cattolico, era infatti sposato e la relazione con la Hepburn aveva scandalizzato la Hollywood bacchettona del tempo. Molti a Hollywood sapevano che Kate aveva vissuto apertamente negli anni Trenta con una donna aristocratica di Filadelfia. «Il tipo di amore che avevano l’uno per l’altro, lei che si prendeva cura di Spencer, il fatto che dipingevano acquerelli assieme, che facevano assieme lunghe passeggiate, se questo non è intimità, non so cosa lo sia», ha detto l’attore Max Showalter. E per il romanziere e sceneggiatore Gavin Lambert «non sarà stato il tipo di amore tradizionale, a base di fiori e cuori, ma è stata una amabile alleanza che li rendeva felici di stare assieme». (iltempo.it)
Il primo incontro tra Spencer e Katharine fu nel 1942, si trovavano sul set di La donna dell’anno, che sarebbe stato il primo dei nove film in cui avrebbero recitato assieme. Quel giorno Katharine indossava i tacchi alti e apostrofò Spencer così: «Mr. Tracy, lei è un po’ basso per me». Prontissimo, lui replicò: «Non si preoccupi, la accorcio io». Katharine lo trovò irresistibile e scoppiarono i fuochi d’artificio. Divennero subito un duo comico trascinante, la loro chimica sullo schermo era perfetta perché le loro personalità erano opposte e complementari. Erano diversi persino nella performance: Katharine ripeteva una scena più e più volte, Spencer era un attore da «buona la prima», flessibile e spontaneo. E nella vita? Katharine era atea e divorziata, Spencer cattolico e sposato: così il loro amore si consumò di nascosto dagli occhi del grande pubblico, lontano dalla stampa. Spencer non volle mai divorziare, sia per preservare le apparenze, sia per restare vicino al figlio sordomuto, che aveva avuto dalla moglie e per il quale si sentiva profondamente in colpa, quasi considerandolo una «punizione». Dietro il volto bellissimo e l’atteggiamento nonchalance di Spencer, infatti, si nascondevano i suoi demoni: l’alcolismo, la depressione, l’infedeltà, i problemi di salute. Sorprendentemente, Katharine – una donna forte, ambiziosa, persino arrogante – preferì sacrificare sé stessa e la sua carriera, pur di non lasciare Spencer da solo. Quando nel 1963 Tracy ebbe un collasso, Katharine passò la convalescenza con lui, rifiutando tutte le offerte di lavoro che le venivano fatte. Tornarono finalmente sullo schermo nel 1967, insieme, nel celebre Indovina chi viene a cena? di Stanley Kramer. Fu un successo strepitoso – dieci nomination agli Oscar – ma Spencer non lo seppe mai: venne stroncato da un infarto due settimane dopo la fine delle riprese. L’ultimo sacrificio che Katharine fece per lui fu quello di non andare al funerale, per non sollevare sospetti, lasciando alla moglie Louise il ruolo formale della vedova. Fu solo alla morte di Louise, nel 1983, che Katharine ruppe il silenzio e confermò pubblicamente: «Io e Spencer abbiamo passato 27 anni insieme, in quella che per me fu assoluta felicità». Nel 1986, ormai sulla soglia degli 80 anni, Katharine lesse in televisione una lettera che aveva scritto a Spencer Tracy, che si chiudeva con le parole: «Che cos’era, Spence?». Già, che cos’era? Nelle parole di Stanley Kramer, quello tra Katharine e Spencer era «un fluido misterioso che non oso neppure definire amore: sarebbe troppo banale». (Francesca Trinchini, trendemoda.it).
Sono state famose (e alcune rimangono) molte sue dichiarazioni. «Non ho paura della morte, dev’essere come un sonno molto lungo», «L’amore non ha niente a che vedere con quello che ti aspetti di ricevere, ma solo con quello che ti aspetti di dare – che è tutto», «Mio padre – che era un chirurgo e urologo – ha studiato il sesso tutta la sua vita. Prima che morisse, a 82 anni, mi disse che non ci aveva capito nulla», «Se devo morire non sarà in ospedale circondata da estranei. Sarà nel mio letto con accanto la mia famiglia… Asciugate le lacrime. Ho atteso questo momento per 30 anni: sto per raggiungere Spencer». Di lei hanno detto: «Ci sono donne e donne – poi c’è Kate. Ci sono attrici e attrici – poi c’è Hepburn» (Frank Capra). «Kate voleva dirigersi da sola in Improvvisamente l’estate scorsa. È una battaglia che non penso che un regista possa permettersi di perdere. Anche se lei è l’attrice dilettante più esperta del mondo» (Joseph L. Mankiewicz).
Katharine Hepburn nacque a Hartford, capitale del Connecticut, il 12 maggio 1907, seconda di sei fratelli. I suoi genitori furono Katherine Martha Houghton (1878-1951), nativa di Corning (New York): una femminista a capo dell’associazione statale delle suffragette, e Thomas Norval Hepburn (1879-1962), urologo, nato in Virginia e discendente di una famiglia inglese, strenuo assertore della profilassi pubblica e della necessità di informare la gente sui rischi delle malattie veneree, un argomento del quale all’epoca nessuno parlava. La madre fu una sostenitrice della contraccezione, e fondatrice, con Margaret Sanger, di Planned Parenthood, associazione per la promozione dell’aborto e della maternità responsabile e pianificata. Katharine raccontava, nella sua autobiografia, di aver più volte, da bambina, aiutato la madre nella sua causa, partecipando a varie manifestazioni e distribuendo in giro palloncini con lo slogan «Il voto alle donne». La casa degli Hepburn era, quindi, un ambiente privo di argomenti-tabù, in cui si affrontavano serenamente davanti ai figli argomenti di carattere sociale, politico o sessuale. Nel corso della sua vita adulta, Katharine Hepburn avrebbe in più occasioni riconosciuto ai suoi genitori il merito di averla fatta crescere libera da pregiudizi, indipendente e con la curiosità di fare sempre nuove esperienze. La carriera da attrice di Katharine ha avuto inizio alla fine degli anni Venti con la partecipazione ad alcuni spettacoli di Broadway. Nel 1932 il film che la lanciò nel mondo del cinema fu Febbre di vivere di George Cukor. Un grande successo, che spinse laproduzione a scritturarla con un contratto lungo. Dopo un altro ottimo film che le valse il primo Oscar, Morning Glory, Katharine girò Argento vivo e Piccole donne. Sempre negli anni Trenta, con Cary Grant, ha interpretato Susanna, diventando una diva celebrata da tutti. «Una star fuori dal comune, però, capace di esprimere una forte personalità e di dire sempre con franchezza quello che pensava. Rifiutando, in altre parole, di essere un semplice burattino tra le mani delle major» (elle.com)
L’infanzia di Katharine Hepburn fu funestata da un episodio che ebbe conseguenze anche nella sua vita da adulta: un giorno trovò il fratello Tom impiccato a una corda pendente da una trave. Sebbene le circostanze facessero pensare al suicidio, i genitori respinsero questa ipotesi, ritenendo piuttosto che Tom fosse rimasto vittima di qualche esperimento condotto maldestramente e finito tragicamente. Katharine cadde in depressione e vi rimase per lungo tempo. Evitò per molto tempo i ragazzi della sua età, non andò a scuola, studiò a casa per molto tempo. Per molti anni usò come propria la data di nascita di Tom (8 novembre) e rivelò la vera data solo nella sua autobiografia Io (Me: stories of my life). Manifestò sin da piccola un’indole ribelle e noncurante delle convenzioni, quelle che imbrigliano le donne: lo dimostrò da bambina (un’estate si tagliò i capelli e si ribattezzò «Jimmy») e lo riconfermò da adulta, nel 1991 dichiarò di aver vissuto «come un uomo». Si impose a Hollywood con la sua personalità eccentrica e volitiva, indossava esclusivamente pantaloni e si opponeva energicamente agli interlocutori maschili e ai giornalisti invadenti, che spiazzava con risposte stravaganti. Si rendeva impopolare, ma con uno stile inconfondibile, brillante e bizzarro. E, come ho già scritto e forse non è molto noto, è stata l’attrice ad aver ricevuto il maggior numero di premi Oscar: ne conquistò ben quattro, con 12 nomination. Morì il 29 giugno 2003 all’età di 96 anni, a Old Saybrook nella casa di famiglia. Nel rispetto delle sue volontà non ebbe funerali religiosi. In suo onore vennero però oscurate per un’ora tutte le luci di Broadway, a ricordo della sua intensa attività teatrale. Venne sepolta nel Cedar Hill Cemetery ad Hartford, sua città natale. Nel 2004, come indicato nel suo testamento, i suoi effetti personali vennero messi all’asta da Sotheby’s a New York. Tra di essi, fotografie e un busto di Spencer Tracy, da lei personalmente scolpito, e alcuni dipinti a olio. Il ricavato della vendita, diversi milioni di dollari, fu devoluto a parenti e amici.