In aumento i prezzi dei carburanti. Dopo l’inasprimento delle sanzioni Usa all’Iran e le tensioni in Libia, le quotazioni del greggio e quindi dei prodotti petroliferi sono in rialzo. Oggi tocca a Eni, IP e Italiana Petroli ritoccare i prezzi raccomandati di benzina e diesel, con rialzi di 1 centesimo per entrambi i carburanti.
E sulle autostrade, alla vigilia del ponte del 25 aprile, i prezzi arrivano anche a superare i 2 euro al litro per la benzina: sull’A1 Milano-Napoli, è il caso dei 2,041 euro al litro segnalati nell’area Lucignano est (Arezzo) al servito; 2,051 euro al litro ad Arno ovest (Firenze); 2,071 a San Pietro (Napoli); 2,020 San Zenone est (Milano), come emerge dall’Osservatorio carburanti del Mise.
Il carico fiscale sulla benzina, in Italia, è il più alto in Europa. Nel marzo scorso, il leader della Lega, Matteo Salvini aveva proposto di eliminare una parte delle accise sulla benzina. Il vicepremier aveva precisato: «Durante il primo consiglio dei ministri mi impegno a tagliare le sette accise più vecchie, permettendo agli italiani di risparmiare almeno 3 miliardi di euro».
Ma quanto risparmieremmo se venissero abolite quelle accise? Il valore totale è di 0,113 euro al litro, cui andrebbe aggiunta l’Iva. In altre parole: gli italiani pagherebbero undici centesimi di euro in meno per ogni litro di benzina. Quale sarebbe il costo per lo Stato italiano? Posto che ogni centesimo di euro di accise in più produce un gettito di 400 milioni di euro l’anno, il mancato gettito per lo Stato sarebbe di circa 4,5 miliardi di euro. Come verrebbe coperta, dal punto di vista fiscale, questa misura? Ancora non si sa.
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