Nexi e Intesa Sanpaolo stringono un’alleanza ventennale nei sistemi di pagamento con un accordo da 1 miliardo di euro, nell’ambito della quale la banca guidata da Carlo Messina rileverà il 9,9% della società di pagamenti digitali (la ex Cartasì) quotata in Borsa. L’accordo prevede da parte di Nexi «l’acquisizione delle attività di merchant acquiring che rafforza la partnership industriale già esistente tra le due aziende», è spiegato in una nota . «L’operazione, che si colloca nel contesto di un mercato europeo sempre più competitivo, è coerente con la visione strategica di Nexi e contribuirà ad accelerare il processo di digitalizzazione dei pagamenti in Italia», ha dichiarato la società guidata da Paolo Bertoluzzo, il cui titolo è salito del 4,6% dopo l’annuncio dell’accordo, arrivando a capitalizzare 7 miliardi di euro.
Dal punto di vista industriale, Intesa Sanpaolo cede il ramo d’azienda «acquiring», cioè il rapporto con circa 180 mila esercenti che mettono a disposizione il Pos per accettare pagamenti con carte di debito e credito. Il volume annuo — nel periodo ottobre 2018-settembre 2019 — è stato pari a 66,2 miliardi di euro di controvalore delle transazioni. Nexi stima di avere nel 2020 un impatto positivo di 61 milioni di euro a livello di utile netto, di 95 milioni a livello di Ebitda e di 106 milioni in termini di ricavi. L’operazione è accrescitiva dell’utile per azione nel 2020 di un valore che tende al 20%. Nel 2018, all’attività oggetto di conferimento erano riconducibili proventi operativi netti per circa 74 milioni di euro, un risultato della gestione operativa di circa 72 milioni e un utile netto di circa 48 milioni.
L’accordo prevede anche una partnership di lunga durata — 25 anni, fino al 2044 — per la commercializzazione e la distribuzione. «Contestualmente è stata estesa l’attuale partnership industriale nei servizi di issuing e ATM acquiring con Intesa Sanpaolo, avviata con l’acquisizione di Setefi nel 2016», allineandone la durata. «Grazie a tale operazione, Nexi consolida il suo posizionamento nel mondo dei servizi per gli esercenti, con la conseguente possibilità di guidare ed accelerare l’innovazione sui clienti», continua la nota.
L’operazione ha contenuti sia industriali sia finanziari: Intesa Sanpaolo conferisce il ramo d’azienda a favore di una società controllata da Nexi e riceverà azioni di nuova emissione della controllata, che saranno quindi acquistate da Nexi per cassa, con 1 miliardo di euro. A sua volta Intesa Sanpaolo rileverà per 653 milioni di euro circa azioni Nexi pari al 9,9% dalla società controllante, Mercury Uk Holdco, che racchiude i fondi d’investimento che hanno prima acquisito Cartasì e poi, con operazioni successive, quotato la società, ribattezzata Nexi. Per questo motivo l’intera operazione è stata considerata come con parti collerate e approvata dal consiglio di amministrazione. L’operazione verrà interamente finanziata a debito, e per questo motivo — informa la società guidata da Paolo Bertoluzzo — il rapporto debito netto/ebitda salirà a circa 3,4 volte a fine del 2020, «in linea con il range annunciato dal fruppo in sede di Ipo. Resta confermato l’obiettivo di riduzione di tale rapporto a 2,0x-2,5x, nel medio lungo termine», sottolinea la nota.
Nexi è stata assistita da Mediobanca – Banca di Credito Finanziario S.p.A. come lead advisor finanziario, BofA Securities come advisor finanziario, da Legance – Avvocati Associati e Gitti & Partners per gli aspetti legali, nonché da PWC per la due diligence finanziaria e contabile e da KPMG per gli aspetti fiscali. Rotschild è stato l’advisor di Mercury.
Fabrizio Massaro, Corriere.it