A due anni dall’interruzione della produzione, la Melegatti di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, torna a sfornare il pandoro. Il più bello dei regali di Natale per i 50 dipendenti a tempo indeterminato e i 150 a termine che hanno ricominciato a lavorare nello stabilimento.
Due anni fa la crisi dello storico marchio alimentare — il pandoro è stato «inventato» da Domenico Melegatti a Verona nel 1894, 125 anni fa — aveva creato un’onda di solidarietà sui social. Dopo diverse manifestazioni di interesse poi finite nel nulla, ad acquisire il marchio dal fallimento è stato nel settembre dell’anno scorso Roberto Spezzapria, imprenditore già attivo in Veneto in un diverso settore: quello della forgiatura dei metalli. Presidente di Melegatti 1894 è il figlio di Roberto, Giacomo Spezzapria, giustamente orgoglioso della ripartenza: «Sfornare prodotti di qualità e creare posti di lavoro sono per noi la massima prerogativa». La ripartenza della produzione è accompagnata da un investimento in pubblicità. Il primo dicembre Melegatti torna in televisione (con gli spot firmati Armando Testa), nel digital e nei social. Per quanto riguarda la distribuzione, la nuova Melegatti ha attivato un portale per l’e-commerce. Certo, l’azienda è ripartita ma la strada da fare per completare il rilancio è ancora tanta. Anche perché il settore è altamente competitivo. E i concorrenti — da Bauli a Paluani, da Maina a Dal Colle — hanno diversificato con prodotti vendibili tutto l’anno. Melegatti tra l’altro deve dicidere cosa fare di un secondo stabilimento a San Martino Buon Albergo (Verona) che la vecchia gestione aveva attrezzato per la produzione continuativa senza però mai utilizzarlo.
Rita Querzè, Corriere.it