Ancora stagnazione, nel terzo trimestre dell’anno, per la manifattura del Piemonte. È quanto emerge dalla 192ª “Indagine congiunturale sull’industria relizzata da Unioncamere Piemonte, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Unicredit. La rilevazione si riferisce al periodo luglio-settembre 2019 e ha coinvolto 1.909 imprese industriali piemontesi, per un numero complessivo di 107.833 addetti e un valore pari a circa 59,4 miliardi di euro di fatturato. Secondo lo studio, la produzione industriale ha segnato, per il quinto trimestre consecutivo, una variazione tendenziale negativa (-0,2%), frutto del trend dei mezzi di trasporto e dal comparto dell’elettricità e dell’elettronica, nonché delle flessioni registrate, in termini produttivi, da una parte delle realtà territoriali. Il calo della produzione industriale si associa alla stazionarietà evidenziata sul mercato interno dagli ordinativi (+0,2%). In peggioramento rispetto ai trimestri precedenti, con un risultato negativo appaiono invece, nel trimestre in esame, gli ordinativi provenienti dai mercati esteri (-0,9%). Il fatturato totale mostra una crescita debole +0,6%, mentre la componente estera registra un incremento dell’1,2%; peggiora rispetto al III trimestre 2018 il grado di utilizzo degli impianti che si attesta al +65,8%. “Il Piemonte è purtroppo al palo – commenta il presidente di Unioncamere Piemonte, Vincenzo Ilotte – anche per questo trimestre i conti della produzione industriale della nostra regione registrano un segno meno, e sono inseriti in un quadro complessivo che vede i consumi in stallo e l’export in affanno. La situazione congiunturale così debole, in special modo rispetto ad altre aree nostre competitor, impone efficaci azioni pubbliche per migliorare la dotazione infrastrutturale e la competitività aziendale. In particolare, sulla competitività aziendale è necessario lavorare prioritariamente su digitalizzazione, formazione delle risorse umane e internazionalizzazione. Sono tutti e tre campi nei quali i fondi europei possono dare un essenziale contributo”. In particolare, a livello settoriale si riscontra un andamento eterogeneo in termini di produzione industriale. Come nei primi due trimestri dell’anno, anche nel periodo luglio-settembre 2019, il comparto che realizza la performance migliore è quello alimentare (+2,7%), seguito dall’industria del legno e del mobile, la cui variazione rispetto all’analogo periodo del 2018 risulta pari a +1,7%. Dopo la flessione produttiva subita nel II trimestre 2019, si stabilizza il tessile e abbigliamento, che segna un +0,3%. Risulta sostanzialmente nulla la variazione conseguita dal settore meccanico (+0,0%) e da quello dei metalli (0,1%). Tutti gli altri comparti di specializzazione della manifattura regionale evidenziano risultati negativi: la chimica flette dell’1%, le industrie elettriche ed elettroniche registrano un calo produttivo del 1,3%. Il dato più penalizzante appartiene però, ancora una volta, ai mezzi di trasporto (-3,0%).