
(di Tiziano Rapanà) Torna la leggendaria, e da alcuni criticata, Guida Michelin Italia. Per alcuni rappresenta la “Bibbia” del mondo gastronomico. Nasce in Francia, nel 1900, grazie all’intuizione dei fondatori della Michelin, come vademecum dell’automobilista in viaggio. C’era di tutto: dal dove fare rifornimento e trovare un’officina, con suggerimenti vari su dove mangiare bene e pernottare. Molti chef farebbero di tutto pur di conquistare le mitiche stelle. Il conseguimento del risultato non è una passeggiata: gli ispettori della Michelin che valutano i ristoranti, muovono il loro giudizio sui dei parametri rigorosissimi, dalla qualità dei prodotti alla personalità creativa dello chef. Oggi c’è stata la presentazione del volume al teatro municipale di Piacenza, che ha raccontato i cambiamenti della Guida 2020. Quest’anno, ci sono trentatré novità nel firmamento della “Bibbia”, con Milano capofila grazie alla terza stella al ristorante di Enrico Bartolini al Mudec, il museo delle culture in via Tortona. Senza dubbio è un grande conquista per la città che dopo 25 anni torna ad avere un ristorante tre stelle. Bartolini naturalmente gongola: “Mi sento come se avessi vinto un oro olimpico, un risultato così non si pianifica: si ambisce da sempre, ma non ce lo si aspetta mai”. La Guida non ha portato solo gioie, ma anche dolori. Ad esempio Gianfranco Vissani, chef celebrato e star della tv, tocca percorrere il sentiero del dispiacere: ha perso una delle due stelle che la Michelin aveva destinato alla sua Casa Vissani di Baschi (dalle parti di Terni). Tra le new entry nella guida si segnala una forte presenza di stelle in Campania, Lombardia e Toscana. Napoli resta la città più stellata d’Italia con 26 ristoranti, Roma in seconda posizione con 24, Milano conquista la medaglia di bronzo con 20 ristoranti, e poi Bolzano con 19, Cuneo ferma a 18 ristoranti. Cinque le new entry con i ristoranti che conquistano una stella: L’Aria di Vincenzo Guarino (Blevio, nel comasco), Impronte di Cristian Fagone (Bergamo), Villa Naj di Alessandro Proietti Refrigeri (Stradella, nel pavese), It di Aldo Ritrovato (Milano) e L’Alchimia di Davide Puleio (sempre a Milano). Tra le conferme, segnalo, i ristoranti Dal Pescatore a Canneto Sull’Oglio e Da Vittorio a Brusaporto che conservano le 3 stelle. A furia di scrivere di stelle della cucina, mi è venuta fame. Probabilmente, in futuro, proverò uno dei ristoranti promossi da Michelin. Tuttavia meglio non fare cattivi pensieri: sono a dieta. Eppoi se proprio ho voglia di trasgredire, voglio prima farlo scegliendo uno dei ristoranti scelti dalla mia guida personale, ossia l’eccellente rivista Raspelli Magazine di Edoardo Raspelli, il re della critica gastronomica in Italia. Non perdo un numero (è gratis, lo trovate sul sito raspellimagazine.it). Il mensile suggerisce, ogni mese, di fare una capatina in ristoranti di livello. Sono curioso di provare le prelibatezze del ristorante Antica Arilica di Peschiera del Garda, una delle punte di diamante del Raspelli Magazine di novembre. Chiaramente il mio è un sogno, perché la dura realtà mi riporta ad osservare scrupolosamente la dieta. Altro che Guida Michelin e le varie stelle del firmamento culinario, forse è il caso che mi concentri sull’astronomia e sulle stelle che stanno in cielo: perché le stelle terrene dei ristoranti celebrati mi fanno ingrassare.