
(di Tiziano Rapanà) Ma posso commentare la sparata del giorno? Vi spiego cosa è successo. Si riparla dell’idea di voler togliere il diritto di voto agli anziani. Prima Erri De Luca e adesso Beppe Grillo, parlano di questa follia. La cosa mi ha fatto ripensare ad un articolo che ho scritto giorni fa su Quota 100 e su questa acrimonia diffusa per gli abitanti della valle della terza età. Se qualcuno mi spiega quest’odio nei confronti degli anziani, mi fa contento. Comunque credo sia giusto raccontarvi la cosa fin dal principio. Grillo vuol togliere agli anziani, il diritto di voto e fin qui ci siamo. L’attore genovese ha espresso il suo punto di vista in un lungo post sul suo blog. Vi riporto i punti salienti del discorso: “L’idea nasce dal presupposto che una volta raggiunta una certa età, i cittadini saranno meno preoccupati del futuro sociale, politico ed economico, rispetto alle generazioni più giovani, e molto meno propensi a sopportare le conseguenze a lungo termine delle decisioni politiche. In tal caso, i loro voti dovrebbero essere eliminati del tutto, per garantire che il futuro sia modellato da coloro che hanno un reale interesse nel vedere realizzato il proprio disegno sociale. Gli elettori sono, in larga misura, guidati dal proprio interesse personale, e l’affluenza relativamente bassa degli elettori più giovani può essere in parte causata dal sentirsi alienati da un sistema politico gestito da persone che non considerano della loro stessa natura”. E ancora: “Se un 15enne non può prendere una decisione per il proprio futuro, perché può farlo chi questo futuro non lo vedrà?” Provo a rispondere al quesito di Grillo. L’anziano ha vissuto tante vite, ne ha viste di cotte e di crude e conosce il bello e il brutto del vivere. Sa come e in che modo muoversi, l’esperienza lo ha reso e avveduto e questo gli consente di prendere decisioni sensate. Uno sbarbatello, invece, non ha e non avrà mai quella saggezza che gli permette di distinguere una cosa giusta e una boiata, perché la saggezza si acquista con l’età.Eppoi l’anziano non è egoista, perché pensa ai figli e ai nipoti e auspica che essi vivano in una nazione più equa e giusta. E dunque è giusto che sia un anziano e non un adolescentello ad avere il diritto di voto. I ragazzi seguono le mode, le varie banderine, non ragionano a lungo termine. Ora capisco che il sostenitore della bizzarra idea è lo stesso che, in materia di ecologia, segue la scia chimica della banalità prodotta da Greta Thunberg, anziché dare retta alla lucidità e al buonsenso di Antonino Zichichi, però a tutto c’è un limite. Gli anziani sono una risorsa e non un danno, la loro avvedutezza è preziosa al Paese. Ricordiamocelo.