
ultima in ordine di tempo a fare centro è stata Cyberoo, una Pmi emiliana nella cybersecurity che appena giovedì scorso è approdata sul mercato Aim di Borsa Italiana. La richiesta di titoli ha raggiunto i 40 milioni di euro, un multiplo pari a 5,6 volte l’obiettivo di raccolta che era stato fissato in 7 milioni. Il caso Cyberoo, particolarmente brillante, non è isolato.
Tra le imprese di maggiori dimensioni, il 16 ottobre prossimo è previsto lo sbarco in Piazza Affari del gioiello della cantieristica, il gruppo Ferretti specializzato nella costruzione di panfili, che secondo alcune stime potrebbe raggiungere una capitalizzazione di un miliardo. A stretto giro un altro gruppo navale, i cantieri Sanlorenzo, ancora nel settore degli yacht di alta gamma, approderà al listino entro l’anno. «Il 2019 si avvia a chiudere con un consuntivo molto positivo sia in termini di nuovi collocamenti che di risorse finanziarie raccolte dalle imprese in Piazza Affari», commenta Barbara Lunghi, responsabile del mercato azionario primario di Borsa Italiana.
Una recente indagine della stessa Borsa fornisce un quadro sintetico di questo andamento. A fine settembre 2019 si registrava un totale di 30 ammissioni al listino di cui 25 nuove quotazioni (Ipo). Il mercato Aim delle piccole imprese orientate alla crescita ha fatto la parte del leone aggiudicandosi un totale di 23 Ipo (Initial public offering), il resto è andato al mercato principale (Mta).IN BORSA
Tra le neomatricole di grande dimensione c’è Nexi, la società nella gestione di pagamenti digitali e leader di mercato in Italia nell’emissione di carte di credito che da sola lo scorso aprile ha raccolto oltre 2 miliardi e ha raggiunto una capitalizzazione complessiva di 5,6 miliardi. A questi collocamenti si aggiunge il fenomeno delle «business combination». Vale a dire le operazioni di investimento realizzate da quei veicoli finanziari, le Spac (Special purpose acquisition company) che raccolgono capitali, si quotano e successivamente acquisiscono una società che accede così direttamente al listino. Le due operazioni più rilevanti di questo tipo sono state la quotazione di Illimity Bank, guidata da un banchiere di lungo corso come Corrado Passera e nel settore industriale Antares Vision. Le due business combination hanno raggiunto una capitalizzazione rispettivamente di 440 e di 675 milioni.
Ma che cosa spiega una così intensa voglia di listino? «Alla base c’è sicuramente il buon andamento del mercato azionario: un rialzo a doppia cifra da inizio anno. Le imprese si quotano quando ci sono condizioni favorevoli sul mercato dei capitali in grado di favorire la riuscita del collocamento. Inoltre anche le piccole aziende sono sempre più consapevoli dell’importanza dell’accesso al mercato dei capitali di rischio rispetto ai tradizionali canali del credito bancario, soprattutto nel caso di imprese orientate alla crescita», spiega Lunghi. Attraverso i vari segmenti di Borsa Italiana nel 2019 è stato dunque raccolto fino a settembre un totale di 2,2 miliardi di euro di cui circa 2 miliardi sul mercato principale e 200 milioni su Aim Italia. Un dato in crescita rispetto alla raccolta di nuovi capitali per 1,9 miliardi (di cui 500 sul mercato principale e 1,3 miliardi su Aim Italia) che si era osservato nel 2018. La differenza nella composizione della raccolta nell’ultimo biennio è data dal fatto che il collocamento di Nexi ha inciso notevolmente sul consuntivo 2019, visto che si è trattato di una delle maggiori Ipo realizzate in Europa quest’anno. Mentre la considerevole massa di capitali confluiti verso l’Aim nel 2018, 1,3 miliardi, è invece imputabile al fenomeno delle Spac, che lo scorso anno hanno conosciuto un vero e proprio boom.
«Il fenomeno cui stiamo assistendo nel 2019, oltre al ritorno dei collocamenti di grandi dimensioni, è invece quello di una riaffermazione della vocazione primaria dell’Aim: portare al listino le piccole imprese ad alta crescita», conclude Lunghi.
Marco Sabella, Corriere.it