Come si poteva immaginare, il primo intervento di Christine Lagarde in veste di presidente designato della Banca centrale europea è del tutto in continuità con le politiche di Mario Draghi. In audizione al Parlamento europeo, attendendo la formalizzazione del suo nuovo incarico che avverrà in ottobre, la direttrice uscente del Fondo Monetario Internazionale si è detta «d’accordo con il board della Bce», sottolineato come sia «giustificato proseguire una politica accomodante per lungo periodo per arrivare a un’inflazione sotto il 2% ma vicina al target».
Trasgredire per il bene comune
«Se confermata come presidente rispetterò il mandato» della Bce, ha detto Lagarde. «Come stabilito dal trattato», ma «usando l’agilità per adattarsi al mondo nel momento in cui cambia attorno a noi». Ma occorre «essere vigili». Secondo Lagarde, infatti, «l’impatto delle misure non convenzionali, per continuare ad essere positivo, dovrà basarsi su analisi costi-benefici. La Bce deve fare un inventario» delle misure «e riflettere se il quadro di politica monetaria è sufficientemente solido per far fronte alle nuove sfide», ha spiegato. E se necessario, si infrangono le regole. Lagarde ha infatti giustificato il «trasgredire le regole per il bene comune» come avvenuto durante la crisi iniziata nel 2008. Perché l’obiettivo deve essere sempre quello di proteggere i depositi e i risparmi. «A volte siamo stati costretti a trasgredire, ma non parlo di violazione dei trattati», ha spiegato Lagarde. Durante la crisi «quasi tutti hanno dovuto trasgredire le regole per il bene comune per evitare che la gente perdesse i propri depositi e i propri risparmi», ha detto. «Questo era giustificabile e necessario».
Il bilancio semplificato
A proposito delle politiche di bilancio, la ex numero uno di Fmi si è detta «convinta che servano sia regole di bilancio semplificate sia uno strumento di bilancio della zona euro come complemento». Politiche di bilancio che «devono stabilizzare le nostre economie durante i rallentamenti ed evitare il troppo carico sulla politica monetaria. Quando ero ministro delle finanze, ho assistito alla difficoltà di coordinarle», perché «sono concentrate su questioni nazionali e non su prospettive europee».
«Non parlerò ai mercati, ma ai cittadini»
Conscia delle difficoltà comunicative registrate negli anni da tutte quelle che sono le istituzioni europee, la Lagarde nel suo intervento al Parlamento Ue, che oggi dovrà votare la sua nomina, «ha tenuto a sottolineare che, se confermata, non parlerà «agli operatori del mercato, che già conoscono benissimo il nostro linguaggio. Voglio che siano le persone della zona euro a capire le politiche della Bce, l’impatto, gli effetti negativi, le persone devono sapere cos’è la loro Banca centrale, che sta lavorando con il loro interesse al centro». «Una delle mie priorità sarà rafforzare il ponte con le persone». E poi, rispondendo al deputato leghista Antonio Rinaldi che gli poneva domande sulla sua indipendenza come designata presidente della banca centrale europea, ha tagliato corto: «La Bce risponde ai cittadini europei, non agli Stati».
Il cambiamento climatico
Lagarde nel suo lungo discorso ha trovato spazio per evidenziare come «le banche centrali debbano tenere presente la questione del cambiamento climatico nella valutazione delle loro politiche». La candidata alla presidenza della Bce sottolineato anche che «i green-bot sono ancora troppo poco numerosi» e ha invitato il Parlamento europeo «ad occuparsi di cosa è green e di cosa non lo è, perché è necessaria chiarezza» tra diverse certificazioni. Nel campo degli investimenti green, «c’è la possibilità di essere un attore attivo per la Bce».
Corriere.it