Precariato in crescita nella scuola primaria palermitana. E tra città e provincia occorreranno 60 anni per assumere tutte le maestre e i maestri di scuola elementare in lista, alcuni da 20 anni e oltre. Calo della popolazione scolastica, taglio agli organici e controesodo di tantissimi pentiti che si sono recati al Nord negli anni scorsi in cerca di fortuna, allungano le graduatorie ad esaurimento. E per le centinaia di aspiranti maestri in attesa di una stabilizzazione i tempi si allungano. Perché i posti a disposizione sono pochissimi.
Qualche giorno fa, l’Ufficio scolastico provinciale di Palermo ha pubblicato gli elenchi dei precari: quelli che la Buona scuola avrebbe dovuto cancellare nell’arco di pochissimi anni. Ma in provincia di Palermo (gli elenchi sono provinciali) per effetto delle assunzioni anziché assottigliarsi la lunga lista dei potenziali supplenti e immessi in ruolo aumenta.
Per 55 cattedre libere dopo i trasferimenti, che potranno andare al ruolo (si aspetta a giorni l’ok del ministero dell’Economia), la graduatoria della scuola primaria vede ben 1.704 pretendenti. L’anno scorso erano 1.669 cui occorre sottrarre gli assunti in pianta stabile. Com’è possibile? Andando a guardare attentamente il lunghissimo elenco di precari che prima o poi saranno stabilizzati si può vedere che ben 222 sono maestre e maestri siciliani di ritorno da altre province. Perché proprio quest’anno il ministero dell’Istruzione ha concesso ai precari di spostarsi da una provincia all’altra.
Col risultato che la graduatoria si ingrossa senza offrire troppe speranze di essere assunti. Perché i 55 posti vacanti dopo avere soddisfatto coloro che hanno chiesto di rientrare in Sicilia da altre regioni andranno ripartiti a metà tra i vincitori dell’ultimo concorso ordinario, quello del 2016, e gli inclusi nelle Gae: le graduatorie ad esaurimento.
Nel primo caso troviamo ancora circa 400 vincitori che attendono l’agognato posto fisso che di questo passo, ammesso che le graduatorie non scadano prima, dovranno attendere una quindicina d’anni prima di essere soddisfatti tutti. Nel secondo caso abbiamo oltre mille e 700 aspiranti che dovranno aspettare una sessantina d’anni. Nell’Isola, a complicare le cose almeno due fattori: il calo degli alunni, che si porta dietro la riduzione delle cattedre e delle chance per chi attende la cattedra, e il controesodo di coloro che sono già stati assunti oltre lo Stretto e chiedono di rientrare. E adesso anche degli stessi precari che non hanno avuto successo al nord.
Situazione che si replica, con numeri ancora maggiori, anche nella scuola dell’infanzia dove, con 37 posti da dividere a metà, la stabilizzazione dell’ultimo in graduatoria arriverà tra 112 anni: nel 2.131.
Salvo Ingravaia, Repubblica.it