Al prezzo di acquisto di 28 euro per azione si arriverebbe, appunto, a 7,1 miliardi. L’indiscrezione, rilanciata da Bloomberg, ha messo le ali (+8,84% a 22,9 euro) ad Amsterdam al gruppo di Schiphol, che capitalizza quasi 5,9 miliardi di euro, mentre Essilux a Parigi è scesa dell’1,44% a 116,55 euro. GrandVision e Hal, la holding che ha il 77% del capitale (e che tramite una controllata è primo azionista anche di Safilo) sono uscite allo scoperto confermando i colloqui in corso per la cessione della quota. Un’ammissione cui ha fatto seguito anche la nota di Essilux. L’accordo comunque ancora non c’è e non è detto che lo si raggiunga: secondo l’olandese «De Telegraaf» le trattative sarebbero alle fasi iniziali e la maxi vendita dovrà, comunque, passare attraverso le maglie delle Autorità di regolamentazione competenti in varie giurisdizioni.
EssiLux, nata dal matrimonio tra Essilor e Luxottica, è da poco uscita da una dura disputa interna sulla governance. Un braccio di ferro che ha rischiato di finire in tribunale e che si è risolto con un accordo sulla scelta dell’amministratore delegato. Notevoli le cifre in gioco: Essilux conta su 16 miliardi di fatturato, 57 di capitalizzazione e 140 mila dipendenti. GrandVision ha 37 mila dipendenti ed è presente in Europa, America, Medio Oriente e Asia. A fine 2018 ha acquistato 100 punti vendita in Spagna di Opticas 2000. La sua storia ha inizio nel 1891 con Christian Nissen che apre il primo negozio a Helsinki. Ancora oggi, dopo oltre 100 anni, Nissen resta una delle insegne GrandVision leader in Finlandia.
Stefano Agnoli, Corriere.it