
Il settore assicurativo “ha conseguito utili netti per 4 miliardi di euro, in riduzione del 30% rispetto ai quasi sei miliardi del 2017. Il calo ha essenzialmente riguardato il settore vita, in seguito alle rettifiche di valore contabilizzate sui titoli”. Al risultato positivo della raccolta, spiega Farina, “hanno contribuito sia il settore vita (102 miliardi, +3,5%) sia i rami danni (33 miliardi, +2,3%). A questi premi si devono aggiungere quelli raccolti dalle imprese europee che operano in Italia, pari a 13 miliardi nel vita e a 5 miliardi nel danni. Gli investimenti degli assicuratori italiani hanno superato gli 840 miliardi di euro, pari a quasi il 50% del PIL”.
L’Ania si appella alle istituzioni: il mondo politico deve tornare a confrontarsi con imprese e sindacati. “Uno statista pragmatico come Winston Churchill sosteneva che il coraggio è quello che serve per alzarsi e parlare, ma anche quello che serve per sedersi e ascoltare. Al mondo della politica chiediamo dunque un confronto con il resto della società: imprenditori, sindacati e organizzazioni che a diverso titolo rappresentano parti vitali dello sviluppo e della coesione del paese”.
“Noi non siamo – sottolinea Farina – non vogliamo essere, non saremo mai tra quanti si lasciano piegare dal pessimismo e dalla tentazione di darsi per vinti, di arrendersi”. “Questo paese – aggiunge la presidente dell’associazione delle compagnie assicurative – merita di ritrovare il suo ruolo di grande potenza economica, di esempio di una convivenza che poggi su equità e tolleranza, di una quotidianità da non vivere come una sfida crudele tra chi ha diritto a incassare il dividendo di una vita di lavoro e chi di realizzare i suoi giovani sogni. È il momento allora di un grande progetto la cui ideazione e realizzazione sia frutto di inclusione e non di divisione”.
Inoltre, Farina sottolinea come le compagnie assicurative italiane garantiscono “un sostegno ancora oggi significativo al nostro debito pubblico”. “I titoli di Stato italiani – conclude Farina – sfiorano il 40% circa del totale degli investimenti assicurativi e rappresentano il 15% dell’intero stock in circolazione”.