L’offensiva di Chiara Appendino non si ferma. Anche ieri la sindaca ha sfruttato il convegno «Mobilitaria», organizzato da 5T e Kyoto club, per rilanciare il suo programma ambientale: Ztl estesa e nessun passo indietro sui blocchi ai veicoli più inquinanti. E ha rifilato un’ altra stoccata al presidente della Regione Alberto Cirio, contrario alle misure anti smog: «È da irresponsabili dire che il traffico non causa inquinamento e non peggiora la qualità dell’ aria».
Il clima è di quelli che precedono la battaglia frontale, attesa nelle prossime settimane, quando Comune di Torino e Regione dovranno incontrarsi per definire i provvedimenti del prossimo inverno.E quando Palazzo Civico spera di presentarsi forte di uno studio di Arpa sui benefici per l’ambiente garantiti dalla riduzione del traffico: analisi che tornerebbe comoda per sostenere l’ efficacia dei blocchi ma anche della Ztl estesa.
Eppure proprio da Arpa – che, è bene ricordarlo, è un’ agenzia in cui lavorano tecnici esperti, ma è pur sempre un’ emanazione della Regione – potrebbero arrivare brutte sorprese per Appendino e i suoi. E c’ è da stare certi che al tavolo della trattativa Cirio e il suo assessore all’ Ambiente Matteo Marnati useranno a piene mani la relazione presentata ieri dal direttore Angelo Robotto.
Nel documento si certifica che a Torino le concentrazioni di Pm10 – le polveri sottili, parametro per misurare la qualità dell’aria e decidere i blocchi – sono dovute solo per il 13% alle auto e appena per il 6% ai diesel contro cui in inverno scattano i blocchi. Il traffico in generale – compresi quindi i mezzi pesanti, l’ usura di freni, pneumatici e asfalto – è responsabile per non più del 38%; il resto deriva da industria (6%), agricoltura (4%) e soprattutto riscaldamenti (49%).
Somiglia tanto a un colpo alle tesi di Palazzo Civico e un assist per quelle del governatore, che considera un accanimento i divieti alla circolazione. Né potrebbero essere molto d’aiuto per Appendino i dati sulle emissioni di Pm10 in città, di cui il traffico è responsabile per l’ 85% e le caldaie (grazie al teleriscaldamento) solo per il 5%. Innanzitutto perché considerando l’ area metropolitana – dunque anche i comuni circostanti, che con Torino condividono i blocchi – l’ incidenza delle emissioni da trasporti scende al 54%. Ma soprattutto perché sono le concentrazioni a riassumere quel che respiriamo, inglobando emissioni, reazioni chimiche con altri agenti atmosferici e correnti d’ aria; e le concentrazioni dicono che la “colpa” è innanzitutto del riscaldamento: il 61% del Pm10 in area metropolitana è causato dalle caldaie e il 25 dai trasporti, mentre se si considera tutta la Regione le percentuali diventano rispettivamente 52 e 30%.
Numeri su cui presto Comune e Regione cominceranno a scannarsi.
Andrea Rossi, La Stampa