Fosun, ecco la testa di ponte per i capitali cinesi in Europa: compra Tenax

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Grossa acquisizione nel risparmio gestito in Europa da parte della cinese Fosun, una dei più grandi multinazionali al mondo a far capo a una famiglia. Fosun ha acquisito la maggioranza di Tenax, la società inglese di gestione specializzata nei fondi alternativi finora di proprietà dell’italiano Massimo Figna, che rimane con una quota minore e resta ceo. Il fondatore e presidente del gruppo Fosun è Guo Guangchang, che possiede tuttora circa il 70 per cento del gruppo che ha asset totali per 93 miliardi di dollari. Questi asset coprono una lunga filiera di attività: inizialmente assicurazioni, finanza e wealth management (che restano comunque le più importanti), a cui si sono aggiunte società collegate alla salute (farmaceutica e servizi medici) e al tempo libero (tra queste ultime c’è anche il Club Med). E da poco l’operatività si è espansa anche ai cosiddetti “unicorni”, le società tecnologicamente più innovative.

Con l’acquisizione di Tenax, per Fosun si tratta dell’ingresso strategico in una piattaforma di gestione di fondi europea che formerà un hub significativo per gli investimenti dei capitali cinesi. Tenax ha una lunga storia alle spalle. Nata nel 2004 come una joint venture tra Figna e un altro socio (che insieme avevano il 51 per cento) e Generali, che allora era entrata con la restante quota del 49 per cento, Tenax aveva cominciato con l’impegno negli hedge fund e aveva creato nel 2007 il primo hedge fund di diritto italiano. Successivamente, nel 2012-2013, aveva sviluppato una serie di fondi chiusi per investire nel private debt delle piccole e medie imprese e con la nascita dei mini bond nel 2016 questa attività ha preso sempre più piede, parallelamente alla discesa del credito bancario. Nel 2014, tuttavia, Generali, allora guidata da Mario Greco, era uscita, coerentemente con la strategia di abbandonare tutte le joint venture con soggetti esterni. Nel 2017 Tenax è entrata anche nel comparto dei bond catastrofali.

Fosun ha dato mandato a Figna di crescere nel private debt, e l’esperienza portata avanti soprattutto in Italia farà da apripista a iniziative analoghe anche in Germania, Gran Bretagna, Francia e Spagna.

Adriano Bonafede, Repubblica.it