Grazie al Temporary Museum di Torino
Un piccolo pezzo di collezionismo italiano sbarca nella Silicon Valley grazie al Temporary Museum di Torino, istituzione privata italiana dedicata alla cultura della Rivoluzione Informatica e alla sua divulgazione. Porta in California “Homage to the Information Technology Revolution” un percorso che racconta la storia di visionari e imprenditori che tra il 1975 e il 1985, trasformarono una rivoluzione tecnologica nella più grande rivoluzione culturale di tutti i tempi.
Dal 19 giugno, presso la Cupertino Historical Society & Museum i visitatori faranno un viaggio nella storia dell’informatica, incontrando i protagonisti dell’epoca – tra cui John Sculley, Allan Alcorn, Daniel Kottke, Jack Tramiel, Chuck Peddle, Lee Felsestein e Steve Wozniak che accompagneranno il percorso espositivo attraverso le macchine che hanno fatto la storia della Rivoluzione Informatica. Tra queste, la Programma 101 (Italia, Olivetti, 1965) e il rarissimo Apple-1 (Usa, Apple, 1976) completo di kit originale.
Il solo “sopravvissuto” (non ci sono altri esempi conosciuti) che includa la scatola originale spedita dal garage di Los Altos, casa dei genitori di Steve Jobs, la fattura originale in cui compare Steven (Jobs) come venditore, una lettera personale di Mr. Jobs al cliente e una delle prime cassette in linguaggio BASIC senza logo Apple. Per la prima volta nella sua storia, accanto all’Apple-1 sarà esposta anche la cassetta degli attrezzi che Wozniak usò per assemblarlo. L’approfondimento culturale – ideato da Marco Boglione, fondatore e presidente di BasicNet – è curato da Cecilia Botta per BasicGallery, l’archivio storico del gruppo industriale torinese, che custodisce una delle più complete collezioni al mondo dei simboli di quei 10 anni (1975-1985) da cui tutto ebbe inizio.
Ansa.it