Spesso si pensa che quando si affronta un regime dimagrante o il successivo mantenimento, la rigidità nel seguire la dieta rappresenti il segreto del successo. Ma è davvero così?
Persone che hanno perso peso
Non sono molti gli studi che hanno affrontato questo tema, il più recente, appena pubblicato sul Nutrition Journal, ha focalizzato l’attenzione sul periodo del mantenimento in cui solo il 17-23% delle persone ci riesce. In questo studio, condotto in Portogallo su cento persone arruolate nel «Registro portoghese del controllo del peso» (nel quale si possono registrare gli adulti che, dopo aver perso cinque o più chili hanno mantenuto il peso per almeno un anno), alcuni ricercatori delle università di Lisbona e Porto hanno verificato se la rigidità della dieta nei weekend influenzasse il mantenimento del peso.
Evitare il circolo: eccessi e restrizioni
A un anno dall’inizio dello studio i ricercatori hanno osservato che chi durante il weekend era «flessibile» rispetto a chi era rigido aveva minore probabilità di recuperare il peso perso. Del resto, se è vero che per mantenere i risultati raggiunti con un regime dimagrante è necessario stare sempre all’erta, è anche vero che un atteggiamento troppo severo può avere effetti negativi perché quando inevitabilmente si finisce per cedere è più facile andare incontro ad un circolo vizioso fatto di eccessi e restrizioni, sensi di colpa e recupero del peso.
Un pasto solo e subito controbilanciato
«Che un atteggiamento troppo rigido possa essere controproducente lo osserviamo spesso nei nostri pazienti. — commenta Maria Grazia Carbonelli, direttore dell’Unità di dietologia e nutrizione dell’ Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma —. Ed è per questo che anche nelle diete dimagranti, e a maggior ragione nel mantenimento, prevediamo degli strappi alla regola, educando i pazienti a gestirli come un aiuto a seguire la dieta sul lungo periodo e non come una legittimazione a lasciarsi andare. Un’eccezione potrebbe essere una pasta al forno, tipo lasagna alle verdure, invece della pasta al pomodoro, o una pizza margherita e una birra piccola, una volta alla settimana, al posto di uno dei pasti previsti». «È importante però che questi “strappi” riguardino un solo pasto mentre quello complementare deve rispettare le prescrizioni, magari riducendo le grammature, senza però escludere niente», precisa l’esperta. «Ed è importante che questa compensazione venga attuata subito, in modo da riprendere velocemente la dieta. Non dimentichiamo, infine, che anche le calorie spese con l’attività fisica possono aiutare a bilanciare eventuali eccessi».
Carla Favaro, Corriere.it