Amazon paga i propri dipendenti per licenziarsi. Il colosso dell’e-commerce è pronto ad offrire ai lavoratori tre mesi di stipendio e un finanziamento di 10 mila dollari se lasciano la società per avviare una start up negli Usa per la consegna dei pacchi. I nuovi incentivi non si fermano all’assistenza finanziaria, ma comprendono un pacchetto completo grazie al quale i lavoratori che accettano l’offerta otterranno un flusso costante di pacchi da consegnare e l’accesso a tecnologia e formazione. In più, avranno sconti sull’assicurazione, su furgoni e uniformi a marchio Amazon. Le nuove proposte si basano sul programma Delivery Service Partner, lanciato lo scorso giugno dalla societàdi Jeff Bezos per incoraggiare chiunque ad entrare nel business delle consegne, con cui sono già state create oltre 200 aziende. L’idea è quella di far arrivare a destinazione gli ordini velocemente, senza la necessità di affidarsi a servizi come Ups o FedEx.
E con la nuova scommessa, l’azienda di Seattle punta ora ad accorciare i tempi delle consegne da due giorni a uno per i clienti che sottoscrivono l’abbonamento annuale Prime, che sta registrando un rallentamento nella crescita delle membership.
“Abbiamo ricevuto un enorme interesse da parte di decine di migliaia di persone che hanno fatto domanda per far parte del Delivery Service Partner, inclusi molti dipendenti”, ha spiegato Dave Clark, vice presidente delle operazioni globali. Per la società i nuovi incentivi – rivolti sia ai dipendenti a tempo pieno che part time – rappresentano “una strada per coloro che hanno interesse a sviluppare le opportunità legate ad una propria attività”. “Questo programma è l’ultimo esempio delle nostre iniziative per incoraggiare i lavoratori a sviluppare e portare avanti la loro carriera”, si legge in una nota.
Secondo Amazon, i profitti annuali potenziali per i neo imprenditori “di successo” che opereranno con una flotta dai 20 ai 40 furgoni potrebbero andare dai 75 mila ai 300 mila dollari. Jeremy Kagan, docente di marketing presso la Columbia Business School,è convinto tuttavia che la connessione al marchio e gli incentivi faranno sì che i titolari delle start up saranno in qualche modo legati ad Amazon, e ciò può limitare la capacità di scelta. “Quando crei un’impresa, di solito è dopo che ti sei affermato, hai i tuoi dipendenti e il tuo business che inizi davvero a raccoglierne i frutti” – ha sottolineato – Ma con un’azienda che dipende da un altro marchio come suo principale (o unico) cliente, “non so se ci sia molta capacità di crescere“.
Tra le altre iniziative di Amazon rivolte ai dipendenti c’è quella chiamata ‘Career Choice’, con cui paga il 95% delle tasse di iscrizione e dei costi dei libri per corsi di formazione attraverso i quali i lavoratori possono ottenere qualifiche per occupazioni ben remunerate, indipendentemente dal fatto che siano rilevanti o meno per una carriera all’interno dell’azienda. E ancora c’è ‘The offer’, con cui Amazon mette a disposizione una volta l’anno ai dipendenti che vogliono lasciare il proprio impiego fino a un massimo di 5.000 dollari, con l’obiettivo di trattenere solo quelli che vogliono davvero lavorare nell’azienda. In questo caso però, chi accetta l’offerta non potrà mai più lavorare per il gigante dell’e-commerce.
Valeria Robecco, Business Insider Italia