Quello che nessuno vi ha detto sul direttore del Salone del Libro di Torino
NICOLA LAGIOIA, TUTTO CIÒ CHE AVRESTE VOLUTO SAPERE…
(di Cesare Lanza per il Quotidiano del Sud) …E nessuno ha avuto il coraggio di dirvi! In questi giorni lo scrittore di Bari (18 aprile 1973) è stato al centro di furenti polemiche politiche, per l’esclusione del libro intervista a Matteo Salvini, pubblicato da un editore accusato di essere un incallito fascista. La Lega chiede con vigore le sue dimissioni. E perciò èinteressante – presumo – conoscere i momenti più intriganti della sua vita e della sua carriera. Lagioia è uno scrittore, vincitore di diversi premi. Ha esordito nel 2001, con il romanzo “Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi)”, pubblicato da ‘minimum fax’, con cui si é aggiudicato il Premio Lo Straniero. Poi ha pubblicato per Einaudi il romanzo “Occidente per principianti” (Premio Scanno, finalista Premio Bergamo, finalista Premio Napoli). E racconti in varie antologie, anche con la collaborazione di Christian Raimo. Con il romanzo “Riportando tutto a casa”, edito da Einaudi nel 2009, ha vinto il premio Vittorini, il Premio Volponi, il Premio Viareggio 2010 per la narrativa.
PREMIO STREGA NEL 2015, PERÒ…
A seguire, un’altra notevole affermazione di Lagioia: ha vinto nel 2016 il Premio Strega con il libro “La ferocia”, pubblicato da Einaudi. Dirige “nichel”, la collana di letteratura italiana di minimum fax. Dal 2010 è uno dei conduttori di Pagina3, la rassegna quotidiana delle pagine culturali trasmessa da Rai Radio 3. Nel 2013, nel 2014 e nel 2015 è uno dei selezionatori della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
ED ECCOLO AL SALONE DI TORINO
Ed eccoci all’attualità. Lagioia dirige il Salone internazionale del libro di Torino dal 2016. E così com e per il Salone di Torino,anche in occasione del Premio Strega il Nicola primo della classe e perennemente vincente si è trovato al centro di varie polemiche. La situazione allo Strega apparve questa: il premio è vinto non già da scrittori di qualità, ma dalle case editrici che li pubblicano. Nel 2015 il premio veniva vinto da Lagioia con un romanzo edito Einaudi. E proprio nel 2015 venivano introdotte nuove norme nel regolamento.Il premio Strega cambiò e si aprì alla piccola editoria.
500 COPIE, CON POLEMICHE, PER LO STREGA
Stando alle nuove regole, deve esserci almeno un libro di un editore medio o piccolo nella cinquina finale. Ma di ciascuna delle 12 opere selezionate dal comitato, gli editori devono mandare 500 copie gratuite. Una per ogni giurato! “Chiedere 500 copie gratuite è una cosa scandalosa che preclude la partecipazione al premio. I piccoli editori nella narrativa se stampano 1000 copie come prima tiratura è tanto”, tuona Anita Molino, presidente della Federazione italiana editori indipendenti, che raccoglie oltre 100 case editrici. Rosita Pisacane conferma: “Questa apertura dello Strega non ci sembra veritiera. Per un piccolo editore, 20-30 copie potrebbero essere un numero fattibile”. “E’ come essere invitati a un party solo se si indossa uno smoking da 3000euro, chi non se lo può permettere resta a casa. Il party se lo facciano tra loro”, rincara Gianluca Ferrara, direttore editoriale di ‘Dissensi Edizioni’.
ASPRE CRITICHE A LAGIOIA
Di fatto Lagioia, con il suo romanzo, ha deluso diversi lettori. Di seguito ”La tristezza di leggere Lagioia” di Alessandro Vizzino. “Il panorama editoriale italiano, con i suoi contorti meccanismi, gli interessi di parte, le lottizzazioni interne attraverso le quali i grandi gruppi si spartiscono il mercato come un nugolo di cani affamati su un misero osso, non finirà mai di stupirci. Un settore in cui viene ormai meno qualsiasi forma di meritocrazia, in cui ogni principio di oggettività, di giudizio, ineluttabile anche in un clima di perfetta libertà d’opinione, è disconosciuto, e l’arbitrio critico diventa un pretesto per stravolgere la verità e giustificare qualunque sorta di misfatto o di sub-prodotto.” “Questo è il caso di Nicola Lagioia, autore barese nato nel 1973 che più di qualcuno, anche in virtù di una carriera fin qui incomprensibile, definisce “scrittore” o “letterato”. Lagioia pubblica poco, non fa della prolificità creativa il suo punto di forza, centellina ogni suo lavoro; eppure, in questi quattordici anni di carriera editoriale, dal 2001 a oggi,ha ottenuto soltanto gratificazioni e consensi, pubblicando con i principali editori nazionali prima di attestarsi stabilmente in casa Einaudi. Da pochi giorni, edè notizia conosciuta, ha inoltre vinto il Premio Strega, conun distaccoabissale sugli altri finalisti. Allora, è uno bravo”, potrebbe pensare a questo punto il più candido dei lettori.”
FORZATO, POMPOSO, STUCCHEVOLE, RIDICOLO
“Macchè! Una scrittur aforzata, plastificata, pomposamente stucchevole sino alle soglie del ridicolo, frutto di un estremismo rococò degno del più verboso e inutile dei parolai; uno stile, insomma, quello di Lagioia, che farebbe inorridire qualsiasi principiante,che scatenerebbe le ire di un qualunque docente delle scuole primarie, e che, in estrema sintesi, lo rende il principe supremo, l’inarrivabile sovrano, dell’anacoluto e del grottesco”. Lagioia non si cura delle richieste di dimissioni e annuncia che resterà al suo posto fino alla scadenza del contratto,nel 2021. Vedremo: il seguito a domani.