Rcs, Cairo: “Godiamoci il dividendo La Spagna? Non è in vendita”

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Sì dei soci Rcs riuniti giovedì mattina in assemblea nella Sala Buzzati del Corriere della Sera al bilancio 2018 chiuso con 85,2 milioni di utile netto e alla distribuzione del dividendo. La cedola tornata dopo 10 anni a remunerare gli azionisti dopo 10 è di 0,06 euro per azione. L’auspicio dell’editore e presidente (confermato) Urbano Cairo è che il gruppo che pubblica il «Corriere della Sera» continui sulla strada della distribuzione degli utili: «Diamo tempo al tempo — ha affermato —. intanto godiamoci questo dividendo che torna dopo lungo tempo».

L’assemblea ha rinnovato il consiglio di amministrazione per il prossimo triennio. Oltre a Cairo sono stati confermati, Marco Pompignoli, Gaetano Miccichè, Stefania Petruccioli, Alessandra Dalmonte, Maria Capparelli. Con il nuovo ingresso di Uberto Fornara è quasi completata la lista di maggioranza presentata da Cairo Communication cui fa capo il 60% circa del capitale. L’ assemblea è stata aggiornata al prossimo 14 maggio per l’allargamento del consiglio da 11 a 12 membri e l’ingresso dell’ex consigliere Stefano Simontacchi. «Dobbiamo cambiare lo statuto per allargare il consiglio, ci teniamo a far entrare Simontacchi», ha spiegato Cairo.
Gli altri soci — raggruppati in una seconda lista presentata da Diego Della Valle anche per conto di Mediobanca, UnipolSai e Pirelli — hanno eletto, oltre allo stesso Della Valle, Marco Tronchetti Provera, Carlo Cimbri e Veronica Gava.

«L’azienda ha fatto passi importanti notevoli. — ha detto Cairo replicando alle domande dei soci —. Un’ azienda che aveva problemi da molti anni. Oggi tutto questo è stato ribaltato, l’azienda ha ridotto il debito da 430 milioni ai 187 milioni della fine del 2018 e stiamo continuando a produrre cassa, quindi il debito dovrebbe continuare a scendere», ha proseguito il presidente ricordando tra le altre cose di aver cancellato cassa integrazione e solidarietà e allargato il perimetro degli occupati. «Credo che sia tutto quanto positivo e dobbiamo essere contenti, in un mondo che è molto complicato e difficile, dove devi sempre inventarti qualcosa di nuovo».

L’editore è tornato poi a smentire le voci di vendita delle attività spagnole: «Per noi la Spagna è assolutamente strategica: per il fatto che il paese cresce in maniera forte più dell’Italia e per il fatto che c’è un progetto online che è molto avanti, ed è sicuramente molto mutuabile in Italia», ha chiarito. Quanto all’arbitrato con il gruppo di Blackstone sulla vendita nel 2013 della sede storica del «Corriere» in via Solferino a Milano, Cairo ha ribadito che si è trattato di «un atto dovuto» dopo la lunga «due diligence» svolta in azienda su tutte le operazioni realizzate prima dell’acquisizione del controllo da parte di Cairo Communication.

Paola Pica, Corriere della Sera