L’Antitrust apre un fascicolo su Amazon e sull’ipotesi che sfrutti la sua posizione dominante nelle vendite online per obbligare di fatto i venditori terzi ad appoggiarsi sui suoi servizi di logistica. Per le indagini del caso si sono mosse le Fiamme gialle che oggi hanno svolto ispezioni nelle sedi di alcune delle società interessate, insieme al personale del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza. “Stiamo offrendo la massima collaborazione alle Autorità”, si limita a commentare il portale dell’e-commerce.
A dare la notizia è stata la stessa Autorità della Concorrenza, che in una nota precisa come “nella riunione del 10 aprile 2019” sia stato “deliberato l’avvio di un procedimento istruttorio nei confronti di cinque società del gruppo Amazon, Amazon Services Europe S.à r.l., Amazon Europe Core S.à r.l., Amazon EU S.à r.l., Amazon Italia Services S.r.l. e Amazon Italia Logistica S.r.l., per accertare un presunto abuso di posizione dominante in violazione dell’art. 102 del TFUE”.
Secondo le ricostruzioni dell’Antitrust, Amazon “conferirebbe unicamente ai venditori terzi che aderiscono al servizio di logistica offerto da Amazon stessa (“Logistica di Amazon” o “Fulfillment by Amazon“) vantaggi in termini di visibilità della propria offerta e di miglioramento delle proprie vendite su Amazon.com, rispetto ai venditori che non sono clienti di Logistica di Amazon. Tali condotte potrebbero non essere proprie di un confronto competitivo basato sui meriti, quanto piuttosto sulla possibilità di Amazon di discriminare sulla base dell’adesione o meno da parte dei venditori al servizio di logistica FBA (“self-preferencing“)”.
Quanto il posizionamento di un prodotto nelle schermate di ricerca da parte dei consumatori sia determinante è rintracciato dalla stessa Autorità. Nel suo provvedimento, si ricorda infatti come “il 70% dei consumatori controlla unicamente le offerte mostrate nella prima pagina dei risultati, senza mai arrivare alla seconda pagina. Il 35% acquista il prodotto corrispondente al primo risultato e il 64% uno dei primi tre”. E sempre dalla ricognizione dell’Antitrust si capisce quanto Amazon sia un ambiente fondamentale per lo shopping: più della metà dei rispondenti a una indagine ad hoc utilizza il sito Amazon.com per iniziare la ricerca di un prodotto da acquistare online, contro il solo il 13% che ha iniziato la ricerca direttamente sul sito web del venditore.
Alla luce di questi dati e delle condotte addebitate al portale, per l’Autorità “Amazon sarebbe in grado di sfruttare indebitamente la propria posizione dominante nel mercato dei servizi d’intermediazione sulle piattaforme per il commercio elettronico al fine di restringere significativamente la concorrenza nel mercato dei servizi di gestione del magazzino e di spedizione degli ordini per operatori di e-commerce (mercato dei servizi di logistica), nonché potenzialmente nel mercato dei servizi d’intermediazione sui marketplace, a danno dei consumatori finali”. Ci sarà un anno di tempo per verificare se questa ipotesi è effettivamente un comportamento indebito.
Repubblica.it