I jeans Levi’s in Borsa puntano a valere più di 6 miliardi

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I jeans della Levi’s puntano a tornare in Borsa con una valutazione che potrebbe superare complessivamente i 6 miliardi di dollari. Una delle maggiori aziende al mondo di abbigliamento, Levi Strauss & Co. ha annunciato che lo sbarco a Wall Street arriverà ad un prezzo compreso tra 14 e 16 dollari per azione.

A vendere saranno in larga parte gli attuali azionisti, a cominciare dalla famiglia Haas che ha colto l’eredità di quell’immigrato tedesco che ha dato inizio alla fabbrica diventata incona. Stando alla forchetta di prezzo, la valutazione complessiva – riporta il Financial Times citando i documenti depositati alla Sec – oscillerebbe tra 5,4 e 6,17 miliardi di dollari. Quanto invece all’incasso dalla quotazione, dovrebbe raccogliere 587 milioni di dollari con l’offerta pubblica iniziale: vuole vendere 36,7 milioni di azioni in totale.

Sulla Borsa di New York, la compagnia dovrebbe trattare con il nome LEVI. Non si tratta di una prima sul mercato, visto che dal 1971 al 1985 la società era stata quotata, prima di venire delistata. Nota il quotidiano della City che l’agenda per l’operazione è – come dicono gli addetti ai lavori – “sfidante”: da una parte, infatti, è in discussione il modello di business in un periodo sempre più dominato dalle vendite online. D’altra parte, l’interesse degli investitori verrà calamitato anche da altre grandi operazioni attese come quelle di Lyft e Uber (due app concorrenti in tema di trasporti) o ancora Airbnb, il sito delle case in affitto.

Levi’s si presenta alla prova della Borsa con 5,6 miliardi di ricavi nell’anno chiuso a fine novembre, con una crescita del 14 per cento sui dodici mesi precedenti. L’utile netto è salito a 283,1 milioni. Il debito a fine periodo era a 1,05 miliardi. Il futuro pronosticato è positivo, se si guarda ai numeri finanziari attesi per il trimestre in corso. La società punta sulla crescita al di fuori del mercato tradizionale americano. Ad oggi Europa e Asia pesano per il 29 e 16 per cento delle vendite, mentre Cina, India e Brasile sono mercati sui quali vuole rafforzarsi.

Repubblica.it