Alcuni migranti che erano a bordo della nave Diciotti hanno presentato un ricorso al tribunale civile di Roma per chiedere al governo italiano un risarcimento per essere stati costretti a rimanere a bordo diversi giorni. Secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, il ricorso è stato presentato da uno studio legale a nome di 41 migranti, tra cui un minore, che erano a bordo dell’imbarcazione e che ora chiedono al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Interno Matteo Salvini un risarcimento tra i 42mila e i 71mila euro. Dei 41 migranti che si sono rivolti allo studio legale, dicono ancora le fonti del Viminale, 16 risultano essere nati l’1 gennaio. Dopo esser scesi dalla Diciotti, gli stranieri si erano rifugiati presso le strutture di Baobab Experience.
Il 24 gennaio 2019 il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere per il ministro dell’Interno, accusato di sequestro di persona per non aver fatto sbarcare per 5 giorni 177 migranti dalla nave Diciotti della Guardia costiera, ad agosto 2018. La Giunta per le Immunità del Senato lo scorso 19 febbraio ha detto no alla richiesta (qui la critica di Emma Bonino: «Salvini si difenda nel processo e non dal processo»). La giunta ha accolto la proposta del presidente Maurizio Gasparri, e ora la parola passa all’aula di Palazzo Madama: i senatori si esprimeranno sul «caso Diciotti» prima del 25 marzo, probabilmente il 23. «Ho firmato la copia della relazione della vicenda Diciotti-Salvini per l’Aula del Senato e l’ho inviata alla Presidente Casellati. Ora spetta alla Conferenza dei Capigruppo calendarizzarla per discuterla in assemblea», ha scritto in un tweet Gasparri, allegando alcune foto del documento.
Un risultato, quello della Giunta, scontato dopo l’esito della consultazione online dei 5Stelle. La giornata si è chiusa con il senatore M5S Giarrusso che ha mimato le manette all’indirizzo dei parlamentari dem che protestavano nel cortile. I senatori del Pd hanno inscenato una protesta dentro il cortile di Sant’Ivo alla Sapienza, davanti all’aula, con cartelli: «#Vergogna», «#decideCasaleggio», «#Lachiamavanoonestà». «Siamo molto preoccupati – ha detto Simona Malpezzi – siamo di fronte a una democrazia di un blog che sconfigge la democrazia parlamentare». Il gesto ha scatenato l’ira del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede: «Il gesto del senatore Giarrusso è sicuramente sbagliato, un senatore della Repubblica non deve permettersi di farlo».
SIlvia Morosi, Corriere.it