Farmaceutico, dopo le banche è il settore dove si guadagna di più

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Una ricerca svela che dopo banche e finanziarie è l’industria delle biotecnologie e della farmaceutica a garantire gli stipendi più elevati. Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria: “Pagare adeguatamente il lavoro delle persone non è solo giusto, ma è necessario per avere dipendenti che fanno squadra e lavorano bene”

Ci siamo lasciati sfuggire l’Agenzia europea per il farmaco che da Londra, complice la Brexit, andrà ad Amsterdam. Eppure siamo il primo produttore di medicinali nell’Unione europea, con un valore generato di 31,2 miliardi di euro. Non è un caso dunque che gli addetti del settore siano tra i soggetti più pagati in Italia. Si piazzano al secondo posto, dopo banche e finanziarie, che ancora mantengono lo scettro. Manager, quadri e impiegati hanno stipendi “d’oro”. A sostenerlo e a metterlo nero su bianco è Badenoch & Clark, azienda specializzata nel recruiting di figure manageriali ed executive, in collaborazione con JobPricing, che ha realizzato la prima indagine completa sulle retribuzioni del mondo Pharma. Sono state raccolte oltre 400mila informazioni su Ral (la retribuzione annuale lorda), quota variabile e dati per settore. E Massimo Scaccabarozzi, presidente di Farmindustria conferma. “Credo che l’importanza di un settore e la sua vitalità dipendano anche da come vengono valutate le risorse umane – spiega – e noi cerchiamo di coltivare i nostri dipendenti. Quando vado all’estero, a differenza di quanto alcuni pensano, la qualità e l’affidabilità dei lavoratori italiani è molto considerata”.

Ma quanto si porta a casa in uno tra i settori italiani dove si guadagna di più? La media è di 40mila euro lordi annui, ma è una media appunto. Negli ultimi quattro anni e anche nell’ultimo, la dinamica retributiva è stata positiva per gli impiegati e i dirigenti (che sono comunque pagati sopra la media nazionale), un po’ negativa per i quadri (in linea comunque con il mercato nazionale). Ma sono gli impiegati ad avere retribuzioni decisamente superiori a quelle medie nazionali di chi svolge lo stesso lavoro (circa 4.400 euro in media in più).

Tra l’altro l’andamento delle retribuzioni nel 2017 è stato lievemente positivo per il settore farmaceutico, con un incremento dello 0,3%, in linea con il trend rilevato su scala nazionale. “E siamo ancora un settore in crescita – aggiunge Scaccabarozzi – nonostante il rallentamento dell’economia continuiamo a crescere dell’1,3% e assumiamo. Dal 2014 abbiamo preso in totale circa 6mila persone l’anno. Non solo, siamo i primi per assunzioni di giovani under 35. Da noi il 90% dei lavoratori è laureato o diplomato. Certo sono le lauree legate alla farmaceutica, alle biotecnologie, alle scienze le più richieste, ma siamo un’industria e dunque abbiamo bisogno di tutte le figure professionali”.

Nel panorama del mercato retributivo italiano i salari dei dirigenti sono pari a circa il doppio di quelle dei quadri, il triplo di quelle degli impiegati e il quadruplo di quelle degli operai. Per i dirigenti la quota variabile è consistente, pari a una media di oltre 19mila euro. L’incidenza media sulla Ral di queste figure è pari al 20,2%. Nel 2017 le retribuzioni mediamente sono cresciute dello 0,2%. Trend un po’ inferiore a quello registrato nel 2016, in cui le retribuzioni erano cresciute su base annua del 2,1%.

E oltre a macinare utili la filiera (che comprende l’intero processo, dalla ricerca alla distribuzione) è anche una delle principali voci dell’export, con una crescita del 107% contro una media manifatturiera del 23%. Occupati nel settore sono oltre 65 mila persone di cui il 42% donne. “E’ da sempre un settore in rosa – chiarisce orgogliosamente il presidente di Farmindustria – soprattuto nell’ambito della ricerca”. Uno dei pochi settori dove si investe molto, al terzo posto in Italia proprio per gli investimenti.

Barbara Ardù, Repubblica