Il duro attacco di Vivendi viene respinto dal presidente Conti in un comunicato dove, con ferma pacatezza, contesta le varie accuse: “Vivendi ha sempre la capacità di stupirmi, attribuendomi poteri che non ho. Io in realtà sono il Presidente di un consiglio di amministrazione che ha una presenza significativa di autorevoli membri di nomina Vivendi (oltre al CEO della stessa Vivendi), nonché, oltre al sottoscritto, di nove consiglieri di rinomato standing che vantano totale autonomia di giudizio. Ricordo, inoltre, che gli amministratori di nomina Vivendi hanno, in passato, avuto modo di ascoltare le mie esortazioni in Consiglio con le quali ricordavo di non parlare della loro partecipata Tim a mercati aperti. Evidentemente non sono stato sufficientemente chiaro. Sul tema specifico il mio lavoro è rivolto agli interessi di tutti gli azionisti, e rispettando l’azionista con il 24%, non posso trascurare di tenere in considerazione il restante 76%. Se Vivendi ha a cuore le regole di un voto democratico dovrà attendere la convocazione dell’Assemblea che sarà deliberata dal prossimo Cda del 14 gennaio, che dovrà assumere la propria decisione in totale autonomia, rispettando il Codice Civile che prevede, entro 30 giorni dalla richiesta, la convocazione di un’Assemblea. La data di convocazione dell’Assemblea dovrà essere determinata tenendo in considerazione l’interesse di tutti gli azionisti e l’interesse della società. Informo i signori di Vivendi che il codice civile, a differenza di quanto dichiarato dal loro portavoce, non prevede un limite temporale per la fissazione della data in cui si dovrà tenere l’Assemblea, ma affida al Consiglio di amministrazione la determinazione di una data corretta per la celebrazione dell’Assemblea che contemperi opportunamente tutti gli interessi in gioco”. E sull’insinuazione riguardo l’affaire Genish, il presidente afferma che “relativamente al tema gestionale, non ho orchestrato personalmente nulla, ma recepito la volontà della maggioranza del Consiglio di amministrazione che ha votato la sua sfiducia nei confronti dell’ex a. d. Amos Genish. Più dei poteri di gestione del Gruppo che il portavoce di Vivendi mi attribuisce, vorrei porre l’attenzione sugli anni in cui Vivendi ha guidato Tim, rispetto ai miei ben 4 giorni”.