Più assunzioni al Nord
Esaminando i dati contenuti nella tabella allegata al decreto, emerge che saranno soprattutto gli atenei settentrionali, nel 2019, ad avere la facoltà di assumere di più. Oltre la metà di quelli meridionali potrà invece effettuare un turnover solo parziale, perché hanno ancora troppi docenti alle proprie dipendenze. Sono due i parametri presi in esame per stabilire quali università potranno assumere oltre il 100%: alle università è richiesto di avere una spesa per il personale inferiore all’80% del totale e un indicatore di sostenibilità economico-finanziaria superiore a 1.
Stanto a questi criteri sono in tutto 36 su 63 gli atenei italiani “meritevoli”. In termini percentuali, il 73% di quelli del Nord, il 50 per cento di quelli ubicati nelle regioni centrali e il 48% di quelli collocati al Sud. La riforma Gelmini del 2008 aveva limitato il turnover ad una quota dei pensionati che nel corso degli anni è aumentata: nel 2017 era pari all’80%, nel 2018 ha raggiunto il 100%.
Il peso dei conti in ordine
Per il 2019, l’inquilino di viale Trastevere ha stabilito che tutti gli atenei potranno assumere per metà dei punti organico che si liberano per i pensionamenti (un docente ordinario pesa economicamente di più di un docente di seconda fascia e ancora di più di un ricercatore, e di conseguenza libera più punti), mentre l’altra metà è stata distribuita in base al merito. Così l’ateneo di Bergamo potrà assumere per il 310% dei pensionamenti, circa il triplo. E la scuola superiore Sant’Anna di Pisa addirittura il quadruplo.
I casi virtuosi del Sud
In fondo alla classifica c’è l’università del Salento, con un turnover limitato al 57%. Ed è l’ateneo di Chieti-Pescara il più virtuoso al Sud: potrà assumere il doppio dei propri pensionati. “Dopo molti anni – dichiara Bussetti – si inverte la rotta: le assunzioni torneranno a crescere e non ci si limiterà al solo ripristino del turnover. Consentire nuove assunzioni è importante per garantire la qualità dell’offerta formativa delle nostre università”.
Salvo Intravaia, Repubblica.it