Il fronte è compatto. Il nemico stavolta si chiama ecotassa, un provvedimento annunciato ma ancora tutto da definire che però ha già scatenato il mondo dell’auto. Stavolta unito come mai. In campo c’è anche Fca che ha minacciato di rivedere il piano d’investimenti di 5 miliardi per i prossimi tre anni se il governo non farà marcia indietro. Proprio così visto che in base a quanto annunciato finora persino la piccola Panda dovrebbe fare i conti con una tassa. L’emendamento proposto, infatti, prevede vantaggi soltanto per elettriche ed ibride (da 6.000 a 1.500 euro per i veicoli con emissioni comprese tra 0 e 90 g/km di CO2) che rappresentano appena il 7 per cento delle vendite. Per i modelli invece con emissioni superiori a 110 g/km di CO2 una “penalizzazione” compresa tra 150 e 3.000, la parte più cospicua del mercato italiano dato che ogni anno la quota di queste vetture si aggira intorno al 60 per cento delle vendite. Nel mezzo una zona franca dove tutto resta com’è.
Insomma, la considerazione comune è che chi ha pensato e messo “nero su bianco” l’emendamento non ha calcolato l’effetto più importante. Le vendite di elettriche al momento in Italia rappresentano una quota dello 0,3% (4.630 unità nei primi undici mesi dell’anno) e quelle delle ibride il 4,5% (poco più di 81 mila). Se a queste sommiamo le vetture a metano (36 mila) non si arriva nemmeno al 7% del mercato totale. Ebbene, siccome sono queste le uniche vetture ad usufruire del bonus mentre per tutte le altre non c’è incentivo, anzi c’è soltanto il “malus”, che farebbe salire il prezzo finale.
Facendo qualche conto in base alla tabella riportata nell’emendamento, si scopre infatti che oltre la citycar più amata dagli italiani finiscono nella rete della nuova tassa tanti altri modelli, alcuni dei quali molto diffusi e appartenenti alla categoria comunemente definita delle “utilitarie”. Per esempio di almeno 400 euro (dipende dalla versione) salirebbe il prezzo della Fiat 500X mentre tra i 300 e i 400 sarebbe l’aumento medio per Lancia Ypsilon e Renault Clio, quest’ultima l’auto estera più venduta in Italia.
Insomma, un’ecotassa che colpirebbe il cuore del mercato delle utilitarie ma alzerebbe il listino (in molti casi sensibilmente) anche per la fascia media del mercato) e soprattutto favorirebbe proprio le auto a gasolio che emettono meno CO2 di quelli a benzina, ma con un livello di emissioni di polveri sottili ben più alto. Un bel pasticcio…