Il documento presentato alle Assise generali di Verona per dare una spinta al Paese. L’obiettivo: impiegare 250 miliardi in 5 anni per creare 1,8 milioni di posti di lavoro e far calare il debito/pil di 20 punti
A meno di tre settimane dalle elezioni Confindustria lancia il suo allarme in vista del voto. L’Italia “è ad un bivio”” e “tornare indietro è un rischio”. È quanto si legge nel documento finale delle Assise generali degli industriali a Verona. “È indubbio – sottolineano gli imprenditori – che le elezioni che verranno tra poche settimane potrebbero restituire un quadro a dir poco confuso e con pochi, erronei passi, il nostro Paese diventerebbe presto l’anello debole mondiale, con conseguenze sistemiche data la dimensione del debito pubblico ed il peso dell’economia italiana nell’eurozona”.
Anche Confindustria ha pronta la sua terapia shock per rilanciare il Paese. L’associazione degli industriali ha proposto un piano a medio termine che punta a reperire e impiegare “250 miliardi in 5 anni” con l’obiettivo di realizzare “oltre 1,8 milioni di occupati in più, una riduzione di più di 20 punti del rapporto debito/Pil, una crescita cumulata per Pil reale vicino a 12 punti percentuali, una crescita dell’export consistentemente superiore alla domanda mondiale”. La premessa è: “Il piano dice cosa va fatto ma anche con quali risorse e quali effetti”.
“Alla politica chiediamo di confrontarci su proposte concrete, che responsabilmente internalizzano il vincolo del debito pubblico, che dicano non solo cosa bisogna fare ma come, con quali risorse e con quali effetti” dice Confindustria nel documento di 28 pagine che dalle Assise Generali propone al dibattito in vista del voto del 4 marzo. “Equidistanti dai partiti ma non dalla politica, con autonomia e indipendenza”, sottolinea il presidente Vincenzo Boccia. “Vogliamo che in questo Paese si recuperi buon senso e pragmatismo”.
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