Può piacere o non piacere, ma che il rap (o la sua versione mutata più recente: la Trap) sia il fenomeno musicale di questi anni è un dato di fatto. Così come è un dato di fatto che, sempre più, i testi hanno assunto sfumature di impegno e nota politica. E che, specie in Russia, i testi di alcuni rapper siano sfacciatamente e esplicitamente antiputiniani. Per questo, secondo Politico.EU, che dedica al tema un ampio articolo, i rapper sono finiti di recente nel mirino dei servizi segreti e di sicurezza russi che, con scuse più o meno plausibili, vietano i concerti e boicottano la diffusione della musica di opposizione. “La repressione del Cremlino sulla musica – scriva Politico- principalmente, ma non esclusivamente rap, è il nuovo fronte nella guerra in corso condotta dalle autorità contro i giovani contrari ai tentativi del Cremlino imporre la sua ideologia ultra-conservatrice su tutti gli aspetti della loro vita, dall’arte al sesso”.
BusinessInsider