La manovra arriva alla Camera

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Confermato. L’approdo alla Camera della legge di Bilancio sarà lunedì prossimo, 3 dicembre, con l’inizio della discussione generale. Dal giorno dopo le votazioni, anche se il governo potrebbe porre la questione di fiducia, come annunciato dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, durante la Conferenza dei Capigruppo. “L’Italia non è un rischio per nessuno“, ha replicato il premier Giuseppe Conte, a Buenos Aires per il G20, a chi gli chiedeva un commento sulle valutazioni del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell.

“Le reazioni dei mercati finanziari non ci lasciano indifferenti, lo spread ancora alto è questione che non mi trova distratto. Noi stiamo lavorando perché questa situazione venga superata, per abbassare lo spread e per realizzare la manovra in un clima di fiducia con i mercati e con gli investitori”, ha detto ancora Conte sottolineando di essere ” d’accordo con il presidente Mattarella: dobbiamo tenere i conti in ordine. La stabilità della finanza pubblica è fondamentale, noi lavoriamo per l’interesse degli italiani, non per compromettere l’interesse degli italiani. E’ una premura di cui il governo si fa carico”. A proposito del fatto che Matteo Salvini ha parlato del 2,2% di deficit/pil, ha commentato: “Non parlo di decimali, mi darete atto che sono coerente, non ho mai parlato di decimali e continuo a non farlo oggi”. “Il 2,2? Ma Salvini ha fatto anche il 2,6… scherzi a parte, negli ultimi mesi non ho mai parlato di decimali e continuerò a farlo”, ha concluso.

“Siamo consapevoli di quali siano le richieste” della Commissione europea sulla manovra economica “da una parte e di quali sono gli obiettivi del governo, dall’altra. Io credo che troveremo un punto di incontro, senza dover sacrificare i cittadini che attendono giustamente che si mantengano le promesse”, ha detto dal canto suo il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, a Bruxelles a margine di una riunione del Consiglio Competitività. Sulla manovra con la Lega “siamo d’accordissimo”, ha continuato Di Maio. In sede Ue “credo che ci possa essere riconosciuto che i ministri di questo governo sono presenti ai tavoli dei Consigli per discutere di grandi temi, ma anche per fare dei bilaterali. Noi crediamo nel fatto che si debba portare avanti un dialogo su questa legge di bilancio, senza però tradire gli italiani”. “Noi abbiamo investito con questa legge di bilancio – ha continuato – su alcune misure fondamentali, che sono quota 100, il reddito di cittadinanza: su questo discuteremo con la Commissione, in tutti i dettagli. Perché vedo che quando si racconta che quota 100 ha il divieto di cumulo, e quindi è un tipo di pensionamento facoltativo che se accetti non puoi andare a lavorare come consulente, si vede che non è semplicemente un intervento tout court che paga le pensioni e non libera posti di lavoro”.

“No – ha sottolineato Di Maio – i posti di lavoro” quota 100 “li libera”. “Ci sono – ha detto ancora – una serie di norme tecniche, che dobbiamo spiegare sempre in maggior dettaglio, che fanno capire che sono misure che non rappresentano la parte più grande della manovra, che è stato evitare l’aumento dell’Iva. Era una promessa: vale 12 mld, solo quella. L’obiettivo resta ridurre il debito: io posso capire che le istituzioni europee siano disorientate da una ricetta che va in controtendenza rispetto al passato”. “E’ una ricetta – ha aggiunto il vicepremier – che vogliamo applicare per ridurre il debito, perché quella del passato lo aumentava. Il tema non sono i numeri, ma le misure, i cittadini e la platea dei beneficiari, per far sì che sia veramente la manovra del cambiamento. C’è una trattativa in corso: ovviamente non la posso fare davanti alle telecamere, perché la faranno il presidente Conte e il ministro Tria con la Commissione. Questa è una manovra che va oltre il 35 mld di euro. In passato l’ultima aveva poche centinaia di milioni di euro. Facendo così si è fermato il Pil: io devo far ripartire il Paese con misure espansive”, ha concluso.

A dirsi convinto che “con l’Ue un accordo lo troveremo, a noi non interessa litigare con Bruxelles e penso che neanche a Bruxelles interessi mandare gli ispettori e i commissari in giro per l’Italia” è anche il vicepremier Matteo Salvini il quale sottolinea che “non è nei dieci comandamenti della Bibbia che ci sia il 2,4%”, rispondendo a Bruno Vespa che gli chiede se si arriverà al 2,2%, durante la registrazione di Porta a Porta.

Avanti iter Ue verso procedura – Prosegue nel frattempo l’iter verso la possibile apertura di una procedura per deficit eccessivo legata al debito. Il Comitato Economico e Finanziario (Efc in gergo comunitario), organismo del Consiglio Ue, ha appoggiato nella sua opinione approvata nella riunione di ieri, avvenuta in conference call, la conclusione cui è giunta la Commissione europea nel rapporto ex articolo 126.3 sul debito pubblico dell’Italia, diffuso il 21 novembre scorso, secondo la quale una procedura (Edp nel gergo della ‘bolla’ bruxellese) è “giustificata”, si apprende da fonti Ue.

Il passaggio nell’Efc (tecnicamente si tratta dell’articolo 126.4 del Trattato sul Funzionamento dell’Ue) era previsto, come pure il fatto che il Comitato concordasse con le conclusioni cui è giunta la Commissione europea: l’Eurogruppo aveva addirittura diffuso una nota per sottolineare l’appoggio degli Stati membri alla decisione dell’esecutivo di rigettare la prima versione della manovra, poi ripresentata dall’Italia senza le modifiche “sostanziali” chieste dall’Ue. Ora il prossimo passo spetta alla Commissione europea, che dovrebbe approvare un’opinione sull’esistenza di un deficit eccessivo e fare una proposta sull’esistenza dello stesso al Consiglio, cui spetta decidere. Allo stato, le decisioni della Commissione sono attese nel collegio di mercoledì 19 dicembre, prima della pausa natalizia.

Adnkronos